Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese by Aldo Nove


Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese
Title : Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese
Author :
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ISBN : 8806146491
ISBN-10 : 9788806146498
Language : Italian
Format Type : Paperback
Number of Pages : 182
Publication : First published January 1, 2006

Questa non è fiction. È realtà. La realtà del lavoro oggi. La parte non protetta, debole, insicura. Una faccenda che riguarda tutti. Un libro composto di interviste affilate come lame a giovani e non più giovani, cui si affianca ogni volta il commento e racconto di Aldo Nove sul sogno perduto di una generazione di adulti costretti a forza a rimanere bambini.
Persone vere, mai raccontate però. Chi lavora in agenzie web, chi fa il pastore precario, chi vive flessibilità di ogni genere, chi rimane stagista a vita, chi a vent'anni fa un lavoro «di relazioni e di successo», chi lavora in uno studio da avvocato ma si mantiene facendo il cameriere, chi fa il part-time in un museo. Lavoratori per Internet, lavoratori interinali... E «quarantenni narcotizzati da una quotidianità sovrastante», per i quali è sempre più difficile permettersi di fare figli. Aldo Nove usa qui la scrittura per mettere a nudo la realtà, nel modo più semplice e senza fronzoli. Affiancando ogni volta alle «cose viste» il suo racconto-commento, sommesso e radicale. Un'inchiesta coraggiosa e fuori dal coro, una lettura che davvero toglie il fiato.
Un docudrama italiano, un reportage aspro delicato e struggente. I conti definitivi con i sogni, le autoillusioni, le idee, le sconfitte e l'orgoglio della generazione di cui, con questo libro, Aldo Nove diventa l'autentico portavoce.


Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese Reviews


  • Rossella

    Questo libro raccoglie le storie di 15 lavoratori irrimediabilmente precari ed assurdamente atipici, che o non riescono a trovare un impiego o più spesso svolgono diversi lavori contemporaneamente per arrivare a raggranellare quattro soldi, sempre senza alcuna gratificazione professionale e senza la possibilità di rivendicare uno straccio di diritto, tutela o garanzia sul futuro.
    È stato pubblicato più di dieci anni fa ed è stato probabilmente uno dei primi ad aver apertamente squarciato il velo sulle vergognose condizioni del precariato in Italia. Da allora le cose sono drammaticamente peggiorate.

    Quello che tedia la lettura è la presenza di Aldo Nove. Gli aneddoti che racconta e le sue considerazioni personali, che nelle intenzioni dovrebbero introdurre ciascun capitolo, sono in realtà divaganti e non contengono alcun utile dato, approfondimento, analisi, inchiesta. Il suo ruolo di intervistatore si rivela fasullo, dal momento che non pone neppure domande strutturate: l'unico scopo sembra voler condurre i disgraziati lavoratori interpellati ad affermare il loro voto a "sinistra" (e quindi a tirarsi la zappa sui piedi, se si considera che la prima legge che ha sdoganato il lavoro interinale e ha dato di fatto avvio a un precipitoso processo di precarizzazione e di smantellamento di qualunque forma di diritto del lavoro è stato il pacchetto Treu del 1997, emanato dal governo Prodi).
    Ne risulta un testo confuso se pensato come testimonianza diretta e del tutto fallimentare come reportage.

  • Nur Aouissi

    sto preparando la mia tesi di Master bassando su questo libro, ho comprato il libro online ma a cause di questa situazione del "coronavirus" non é ancora arrivato perché io non vivo in Italia e non riesco a trovare una versione PDF , se qualcuno può aiutarmi con una versione pdf vi sarei grata .Mi sento indifesa perché fin adesso non riesco nemmeno a leggerlo e sono davvero in ritardo

  • Max Rocca

    di una semplicità e di una realtà incredibile; tutto ciò che ci circonda e che potrebbe o ci riguarda...ma chi non si forma non può scoprire questa povertà. Niente e nessuno fa nulla anche se tutti ssppiamo.
    Generazioni di tutte le età sull'orlo del baratro.

  • Sara Rocutto

    Questo libro me lo sono pure fatta autografare dal buon Nove, dopo averci pure passato un pranzo assieme, sogno realizzato della mia adolescenza! Poi è finito in prestito, e non è ancora rincasato...

  • Jiří Difumato

    Italský autor Aldo Nove se po svých veleúspěšných knihách (alespoň v italské jazykové oblasti) "Superwoobinda", "Lásko má nekonečná" a "Není Milán jako Milán" (poslední dva tituly byly přeloženy i do češtiny) pokusil navázat formou vyprávění (sám jej označuje jako "dokudrama") čtrnácti příběhů italských postav skrze rozhovory s nimi o vyobrazení méně známých italských reálií v poslední dekádě. Ty jsou v mnoha případech velmi drsné, zejména pokud jde o pracovní či osobní život v nevyhovujících profesních a životních podmínkách. Ozvláštnění těchto leckdy smutných, avšak reálných, až naturalistických příběhů prostřednictvím obohacení jazyka nebo různých metafor však půdobí více než uměle. Volně se tak autor možná snažil navázat na úspěšnější "bestsellery" skrze nezvyklé výrazy a jinotaje plné bohatých slovních obratů a vyjádření, ale zkrátka v tomto případě se mu to ani zdaleka nepodařilo. Kniha totiž celkově působí jako reportáže nějakého týdeníku, které by si možná ani nezasloužily knižní vydání. Proto jsem se i rozhodl ustoupit od původního záměru přeložit text knihy do češtiny, protože absence tohoto překladu pro českého scénáře by navíc ani v cizojazyčném kulturním kontextu jistě neznamenala žádnou velkou škodu, přestože bychom našli i nějaké společné interkulturní vzorce. Až na jeho poměrně vydařené předmluvy o novodobě znevýhodněných pracovních podmínkách ke každému z rozhovorů totiž není ani moc o co stát. Přesto si kladu otázku, zda tyto skutečnosti mají spíše šokovat anebo vzbuzovat soucit a zdali nás ještě později autor překvapí nějakým hodnotnějším textem a že tak potvrdí své minulé, bohužel již vyvanulé kvality.
    V této knize tak jeho politická či ekonomická kritika vyznívá naprázdno i z toho důvodu, že autor zde nenabízí žádné řešení nebo východisko a jen vykresluje příběhy ostatních osob, které si svůj osud vybraly tu více, tu méně nedobrovolně, ale nejsou schopni s ním nic víc udělat, a ani autor jim v tom kupříkladu formou konstruktivního dialogu nepomůže. Zpstává tak u stylu čistě narativního a víceméně nezajímavého, ilustrativního a dokumentárně-reportážního žánru.
    A pokud si Noveho kniha kladla za účel vyobrazit či zkritizovat nefungující ekonomický či politický systém v Itálii, pak se to autorovi plně podařilo, jenže pokud by čtenář hledal od autora třeba nějaký podnět na konstruktivní řešení či návrh na jeho zlepšení, pak se jej od autora naprosto nedočká. Kniha je tak jen prostým a jednostranným obrázkem doby plné chudáků a nevinných lidí, jak už napovídá i název knihy "Jmenuji se Roberta, mám čtyřicet let a vydělávám 250 euro měsíčně". Stejně jako se jinde řeší vykořisťování (mobbing) nebo nucená prostituce, vše vyznívá tak trochu naprázdno jakožto čistě dekonstruktivní kritika; přesto by se mohlo zdát, že s jistou "nadějí". Tak jako tak jde o vyobrazení několika pracovních i osobních (lidských) trágédií, které, jak by mohl napsat sám autor, "nikde nekončí".

  • -Notta.

    (Breve parere scritto come parte della Reading Challange 2020 del gruppo
    Il Circolo della Lettura)


    E' il mio secondo approccio con il movimento dei "Cannibali" e quando l'ho tirato fuori dagli scaffali della biblioteca neanche sapevo che non fosse un romanzo e son rimasto molto sorpreso nelle scoprire che era invece una raccolta di interviste a veri precari o disoccupati introdotte ogni volta da brevi riflessioni di carattere saggistico.
    In sintesi, posso dire mi sia piaciuto.
    Ha fatto un sacco male in quanto sono entrato proprio in questi mesi nel periodo in cui gli studi sono finiti ed è arrivato il momento di cercarsi un lavoretto e le situazioni descritte al suo interno sono ancora più deprimenti se pensiamo che il libro è di QUATTORDICI anni fa e suona ancora abbastanza attuale.
    Le introduzioni di Nove hanno a volte un sapore un po' kitsch e di "genietto di quartiere" ma è una sensazione che ho riscontrato anche in Occhi sulla graticola di Tiziano Scarpa e che ormai associo indelebilmente ai Cannibali: tutto sommato, non so bene perchè, un po' la odio, un po' mi fa tenerezza, un po' mi piace.
    ★★★☆☆

  • Rita

    Ritratto del mondo del lavoro in Italkia. Oggi tutti ne parlano, ma io l'ho sperimentato sulla mia pelle sin dal 1992. L'Italia si conferma sempre di più un paese intrisecamente fascista, non nei governanti, ma nella mentalità delle persone. Questo libro racconta delle vittime, ma è anche un inno alla solita lamentazione italica: ci piace lamentarci, ma nulla facciamo per cambiare le cose di una virgola.

  • Carlo Mayer

    Finiti

  • Isscandar

    Povera Italia :-(

  • Carla Casazza

    Tristemente attuale anche se è stato scritto dieci anni fa.