Title | : | Hayatın Sessizliğinde |
Author | : | |
Rating | : | |
ISBN | : | 9759174146 |
ISBN-10 | : | 9789759174149 |
Language | : | Turkish |
Format Type | : | Paperback |
Number of Pages | : | 175 |
Publication | : | First published January 1, 2005 |
Awards | : | Dünya Gazetesi Kitap Ödülü (2005), Prix Aujourd'hui (2017) |
Madem gücüm cehenneme yetiyordu... Neydi peki beni yenen?
Hayatın Sessizliğinde Reviews
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«Anche questo scritto sia un Requiem, o solo l’inizio di un Requiem, senza principio né fine»
«Semplice, personale, elementare: non voglio essere complice. Non voglio essere complice del fuoco riversato contro donne, bambini e anziani che si tengono aggrappati alla bandiera bianca, cercando di uscire dalle macerie. Non voglio essere complice della mandibola bruciata di un bambino di dodici anni ritrovate in uno scantinato. Né del sacco consegnato dicendo: “Questo è tuo padre“, cinque chili di ossa e carne, né del sacco consegnato dicendo: “Questo è tuo figlio“… Né dell’atrocità commessa nei confronti di una madre che attende per settimane davanti all’ospedale dicendo: “ mi accontenterei di un osso“… Non voglio essere complice dell’uccisione di essere umani, dell’uccisione delle parole, della verità.»
Le parole di Aslı Erdoğan sono lame che lacerano interiormente la carne, e le ferite talmente profonde, le emorragie talmente vaste, da far sembrare inutile qualsiasi cura, impossibile la sopravvivenza.
Eppure il suo grido non tace, le sue urla martellano la coscienza, il suo dolore incontra la morte. Non la sua, no, lei alle torture del corpo e della mente, all’arresto immotivato e alla detenzione coatta è sopravvissuta, ma quella dei tanti torturati, seviziati, smembrati, bruciati, uccisi, scomparsi nelle carceri turche.
Il suo è un grido che attraversa la notte, l’animo, la mente, che rimbomba nel cervello fino a cercare di placare e anestetizzare i sensi; il suo è un dolore che si muove sul baratro della follia, che lo lambisce, che vacilla, che annaspa mentre incamera aria per non soffocare.
Il Kurdistan come Auschwitz, Istanbul come la più oscura delle città sottomesse dalla dittatura di pochi e al fascismo, le donne colpevoli di essere tali come nel più banale racconto dell’ancella che si possa immaginare: inutili, puttane, da far tacere fra le urla mentre vengono seviziate, violentate, annientate.
Migranti, rifugiati, esiliati, dissidenti, armeni (la Turchia non ha mai ammesso, così come Israele con la Palestina, che si sia trattato di genocidio, e quale forma di violenza e di tortura, oltre a quella fisica, si chiede Erdoğan, può essere peggiore di quella della negazione del trauma subito?), curdi (le cui città e i cui campi ha visto distrutti dalla furia dei militari e dei nazionalisti), palestinesi (Aslı Erdoğan cita a proposito dei massacri di Haifa La pulizia etnica della Palestina di Ilan Pappé), africani, ebrei, tutte vittime dello stesso odio, tutte vittime della stessa violenza.
«I ricordi a volte chiedono di essere raccontati, ripetuti; a volte invece, chiedono un silenzio duro come pietra»
Sono lame d’argento le parole di Aslı Erdoğan, la sua testimonianza non è cronaca, non sono fatti inanellati per data, per avvenimenti o per geografia; sono terrore, sono groviglio dell’anima, sono la paura improvvisa che afferra le viscere e contorce le budella, sono l’orrore visto, subìto, immaginato, le parole usate per curare lasciate a decantare, usate per combattere scagliate nel vuoto, usate per accusare scolpite nel silenzio; sono il vuoto lasciato dall’assenza, il buio della ragione, sono la compassione umana e il desiderio di giustizia di chi, come Aslı non si arrende mai. Mai, nemmeno quando il viaggio nella notte sembra non avere mai termine.
Credevo di aver trovato un breve saggio politico, degli articoli giornalistici, che raccontassero gli eventi che vanno dall’occupazione del Gezı Park nel 2013 al fallito golpe del 2016, che tentasse di riepilogare gli avvenimenti che giorno dopo giorno, anno dopo anno, hanno precipitato la Turchia in quella che ormai si rivela essere una dittatura fascista malamente mistificata; ho trovato molto di più, invece, un atto di accusa potentissimo, un’anticipo, terrificante, di quello che potrebbe accadere, di quello che forse sta già accadendo, anche da noi e di cosa significhi limitare e impedire la libertà di informazione, di cosa lasci presagire la volontà di controllare gli intellettuali, gli scrittori, i giornalisti, gli accademici, gli scienziati, abdicare la ragione.
Ho trovato letteratura, infine, quella che anima e nutre Aslı Erdoğan, laureata in Fisica, giornalista, reporter, scrittrice, attivista per i diritti umani e delle donne, tra i più famosi intellettuali turchi contemporanei, che esule in Svizzera continua a dare voce al suo disagio interiore, forma al suo flusso di coscienza ininterrotto che a volte si fa delirio, a mostrare senza censura le ferite mortali della sua gente e della sua anima impresse nel suo corpo e nella sua voce: «libertà è una parola che mai tace».
Inatteso, una vera sorpresa.
«Ma ecco, quando ci si spoglia per “raccontare“... si resta completamente nudi, scuoiati nel deserto delle parole.»
[...]
«A volte le persone non riescono a raccontare non per mancanza di sensibilità ma per mancanza di crudeltà. Perché non riescono a regolare la giusta distanza… Non si riesce a stare nella pelle degli altri.»
Aslı Erdoğan, nata a Istanbul nel 1967, viene arrestata in seguito al fallito golpe del 16 luglio 2016 con l'accusa di "propaganda terroristica", "appartenenza a un’organizzazione terrorista" e "incitazione al disordine" (cit. Wikipedia) insieme ad altri ventidue giornalisti della testata filocurda Özgür Gündem (Agenda Libera) e detenuta nel carcere femminile di Bakırköy dal 19 agosto e il 29 dicembre dello stesso anno. "Nel mese di settembre 2016 PEN Svezia le ha assegnato il Premio Tucholsky, un riconoscimento agli scrittori che combattono per la libertà di pensiero e di espressione."
«“La scrittura è un giudizio, oppure un grido.“
Una parola così spesso pronunciata, talvolta, afferra l’essere umano come un vortice, lo scaraventa tra terra e cielo. Poi d’un tratto lo getta fuori, lasciandolo sulle rive del silenzio. Una scrittura che nasce con un grido, una scrittura che è un grido… Una scrittura che possa farsi carico di un solo grido tali da ricoprire l’intero universo… A chi basta il fiato per gridare all’infinito, per far morire e rinascere tutti morti… Quale parola può sostenere e alleviare il grido dei bambini armeni gettati in un pozzo? Con quali parole si può far fermentare un nuovo mondo dalle ceneri di questo, un mondo altro in cui ogni cosa incontri un significato reale?
I confini della scrittura sono confini che non possono essere valicati senza che prendano fuoco, senza essere fatti a pezzi, trasformati in cenere, ossa e silenzio… Se anche la scrittura potesse andare sino al paese dei morti, non potrebbe tirare fuori nessuno da lì. Se anche girasse in lungo il largo per i corridoi, non potrebbe aprire le celle della tortura. Se si arrischiasse a entrare nei campi di concentramento dove i condannati sono stati appesi ai portoni decorati di iscrizioni, probabilmente non ne uscirebbe. Se anche tornasse solo per raccontare, lo farebbe al prezzo di lasciare indietro se stessa, laggiù, dietro fili spinaci invalicabili… Indossa tutte le maschere disponibile di fronte alla morte. Quando tenta di chiamare dal precipizio che separa il carnefice dalla vittima, ode solo la propria voce, parole che affogheranno prima di raggiungere la riva opposta, le rive della verità e del futuro… La maggior parte delle volte preferisce fermarsi una distanza relativamente più sicura, contentandosi forse della responsabilità di testimonianza che può sostenere.
[...]
Negando ciò che abbiamo compiuto compiamo un crimine ancora più grave, rifiutando di guardare la donna che agita la mano in una delle carovane inviate alla morte, quella donna che ci fa segno con la mano da novantanove anni… È il crimine più grave perché significa rubare persino i traumi di una persona… Accusare la vittima di menzogna è renderla responsabile del crimine...» -
Birkac hafta once okudugum "Kirmizi Pelerinli Kent" isimli eseriyle tanistigim Asli Erdogan'in oduller almis,kendisine cokca atifta bulunulmus "Hayatin Sessizliginde" isimli kitabini okumak icin cok bekleyemedim. Uzun zamandir beni bir yazar bu kadar etkilemiyor.
Hikayeleri yasama sevinci katiyor diyemem insana, cokca Tezer Ozlu'yu andiriyor havasi, ama icinize kaziniyor yazilanlar. Bir insanda var olabilen bu denli yogun hayal gucune ve bunu okuyucuya gecirisindeki ustaliga hayran kaliyorsunuz. Bazen tam olarak neden bahsettigini anlayamiyorsunuz da, kopup gidiyor yazar. Oralarda da Oguz Atay geliyor akliniza...
Okuyun... ama oyle metroda, uykudan once seanslarinda degil, zamaniniz varken,algilariniz acikken... -
Aslı Erdoğan her kitabında, her cümlesinde ve her kelimesinde kendimi biraz daha onunla özdeşlestirdigim birine dönüşüyor. Onun içindeki derin yalnızlığı, hayatı anlamlandırma çabasını yüreğimde hissediyorum. Onun gibi hissettiğim otuz küsürlü yıllar yaşıyorum ve biliyorum ki yalnız değilim. Bu his bana iyi geliyor. Bu kitap da bana yaşadığım şu zor günlerde iyi geldi.
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Ce livre rassemble des chroniques d’une journaliste qui oeuvre pour un quotidien prokurde, jadis emprisonnée pour ses écrits. La situation qui prévaut actuellement en Turquie me dépasse complètement. Ce bouquin a le mérite de nous renseigner sur une tragédie en cours. « Je ne veux pas être complice de ces rafales de balles qui s’abattent sur des femmes, des enfants et des vieillards essayant de s’extirper des décombres, cramponnés à un drapeau blanc. Je ne veux pas être complice de cette mâchoire entièrement brûlée qui appartient à un enfant de douze ans retrouvé dans une cave. [...] Ni de ce sac à gravats qu’on dépose en disant voici ton enfant. [...] Je ne veux pas être complice de l’assassinat des hommes, ni celui des mots, c’est-à-dire de la vérité. » (p.38) C’est une auteure à lire, à découvrir.
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Birçok nedeni var bu kitaba 1 puan vermemin.
Öncelikle kendimle alakalı nedenlerden bahsedeyim. Çok fazla sanatlı ve imgeli dil ile yazılmış kitaplar okumak beni yoruyor. Benim sevmediğim bir yazım biçimi imgelemsel ve çağrışımlı yazma biçimi. Bu yüzden bu kitabı beğenmememin ilk sebebi olarak bu ifadeyi kullanabilirim.
İkinci olarak aslında bir önceki neden üzerinden giderek yazmam daha doğru olacak. Yazım biçimi. Aslı Erdoğan'ın tarzı, birazcık karmaşık. Sözcükleri çağrışımlarıyla ve soyut anlamlarıyla kullanmış genellikle (en azından ben öyle hissettim). Bunun bir getirisi (ya da götürüsü) olarak kitabı beğenmedim. Cümleler çok karışıktı, dediğim gibi çağrışımlar çok fazlaydı, devrik cümleler kurallı cümlelere üstün geliyordu, çok fazla bitmemiş cümle vardı... bu gibi sebepler uzayıp gidebilir belki de. Hani ben hiç mi sevmiyorum devrik cümleler okumayı, hiç mi hoşuma gitmiyor tamamlanmamış cümleler; tabi ki hayır. Ama Aslı Erdoğan kitabın temelini bunun üzerine kurduğu için okurken çok yoruldum ve aslında kitabın yüzde seksenini anlamayarak okudum. Mutluyum ki, kitap kısa bir kitaptı ve bölümler de kısaydı. Yoksa kitap daha uzun olsaydı kitabı yarım bırakabilirdim. Bunların dışında Aslı Erdoğan; okurlara anlatmak, aktarmak istediği düşünceleri tam olarak verememiş ya da ben o düşünceleri alamadım, daha doğrusu anlayamadım. Belki de benim ilgimi çekmeyen konular işlediğinden ya da üstte de yazdığım gibi yazarın anlatım tarzından.
Yine de bu kitap benim için önemli bir deneyim oldu. Bu tarzda yazılan kitapların bana göre olmadığını kesin olarak anlamamı sağladı.
Kitabı önermiyorum ya da kitabı okumayın demeyeceğim asla. Arka kapak yazısını beğendiyseniz ya da ilginizi çektiyse tabi ki okuyun ama benim gibi kurgu ya da kurgusal gerçeklik okumayı seven ve bu tür kitaplardan zevk alan bir okursanız Hayatın Sessizliğinde'yi beğenmeme olasılığınız oldukça yüksek diyebilirim. -
Requiem över en förlorad stad
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Asli Erdogan'in kelimeleri cok ozenli, cok guzel ve dikkate deger. Ancak kitabi okurken epey zorlaniyorum, paragrafin ortasina geldigimde basindan kopuyorum. Duygularini ozenli kelimelerle anlatmis, ancak bittiginde hatiramda kalacak yerler yok, "cok guzel" diyerek altini cizdigim yerler var sadece.
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Asli Erdogan' in hapisten cikmasi serefine yeni yilin ilk kitabi bu oldu. En carpici noktasi nasil dusuncelerin ordan oraya salinirken anlatimin tek dogruda aktigini gormek. Okumasi cok cok keyifli, hos bir tad birakan yazar Asli Erdogan, ekleri tekrar tekrar kullanmasiyla harika bir akicilik katiyor dalip gidiyorsunuz.
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I didn't enjoy reading this book. Sad, sad, sad chronicles.
This made me feel so sad and down.
Well written, talented author.
Maybe I should read some of her novel to enjoy her writing.
I admire her courage and strength to speak up and unfortunately to put her life in danger as a result. -
sayfa 177'deki 'son söz' kısmını önce okusaydım keşke..
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Münzevinin Ruhuyla Sohbeti I
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« Depuis un certain temps on s’introduit dans ma boîte mail sans autorisation, et mon droit à communiquer (…) est invariablement bafoué. Je profite donc de cette occasion pour mettre en garde quiconque m’écrit, reçoit ou croit recevoir des e-mails de moi. »
Vous n’avez qu’à n’imaginez si un jour vous-même auriez à écrire cela en raison que les autorités vous poursuivent…
"Nous croyons au feu inextinguible de la résistance qui brûle dans l’âme humaine, à ce feu qui renaît chaque fois qu’un mot meurt" -
Après « le sillon » de Valérie Manteau, j’enchaîne forcément sur celui-ci pour rester dans le même sujet. « le silence même n’est plus à toi » est une lecture exigeante et éprouvante (l’auteur dénonce l’oppression et la répression du régime turc envers les minorités et toute sorte d’opposants). L’écriture est extrêmement poétique, parfois presque trop, je me suis plusieurs fois perdue dans le propos. Il aurait été bien d’indiquer les dates de parution de chaque chronique, et davantage de notes sur les événements évoqués, car il il n’est pas toujours facile de s’y retrouver.
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Bazı metinler ciddi anlamda sarstı beni. Bazıları o kadar etki edemedi maalesef. Kimi bölümlerde tekrara düşülmüş gibi bir his oldu ve biraz koptum kitaptan açıkçası. Yine de sayfalarını işaretlediğim kısımları aslında daha önce aklımdan geçirdiğimi farkettim, ben bunu bu şekilde anlatamazdım ama Aslı Erdoğan anlatmış. Bazı yerlerde kendimden parçalar bırakmışım gibi hissediyorum. Zamanı geldikçe onları bulmak için tekrar açıp okuyacağım.
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La realtà è più tragica della fantasia, purtroppo è vero.
Il volume di Asli Erdogan ci mostra delle istantanee della Turchia, fermo immagini, riflessioni che colpiscono e feriscono. A volte, troppo particolari per essere capite appieno, ma sempre profonde e che dovrebbero aprire gli occhi al mondo.
Al giorno d'oggi non dovrebbero esistere paesi che reprimono e tolgono così.
La recensione completa qui:
http://madeforbooks.blogspot.com/2018... -
Des courts texte issus de reportage sur l'oppression en turquie mais écrit en mode littéraire avec une très belle écriture. Reste un profond désarroi devant cette violence d'état et une admiration devant sa détermination
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Un recueil de petites histoires, article, anecdotes, prises de position, qui donnent un éclairage sur l'ambiance de cette Turquie sous le joug d'un dictateur et la vie quotidienne vue par cette écrivaine victime comme d'autres d'une chasse aux sorcières.
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I testi sono molto belli, la scrittura di Erdogan inchioda la realtà in maniera perfetta. Peccato però che non ci sia alcuna contestualizzazione, non ci sono introduzioni o postfazioni che spieghino l'origine di queste pagine e in un libro di questo tipo mi sembra una mancanza molto grave.
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Η Ερντογαν ψάχνει απεγνωσμένα με σπαραχτικο ποιητικό λόγο να βρει κάτι που να μην το έχει κλέψει από τον άνθρωπο η βία.
Όσο το άκουγα έλεγα από μέσα μου, οποιοδήποτε από τα κείμενα της θα μπορούσε να διδαχθεί στο λύκειο και θα ήταν θέμα συζήτησης πολλών ημερών. -
Interessante spaccato del colpo di stato turco, con parallelismi con quello di quasi 50 anni fa.
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magnifique roman, au style littéraire unique.
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Översatt på svenska till ”Requiem över en förlorad stad”. Inte alls en bok i min smak - för mycket stil, staplade ord och”… ”. Förstod inte alls vad hon ville säga med boken, tyvärr.
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Chroniques intéressantes sur la guerre, le gouvernement turc, l'écriture et la violence. Style travaillé mais peut-être pas son oeuvre la plus accessible.
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Spännande annorlunda ganska svårtillgänglig. Jag har svårt att ta till mig det så egocentriska tankesättet.
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ho davvero difficoltà a legere queto libro. lo trovo troppo contorto , usa molte parole per esprimere un concetto che alla fine non si capisce.
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Συγκλονιστικά κείμενα στα οποία αποκαλύπτεται το ιδιαίτερο συγγραφικό ταλέντο της Ασλι Ερντογάν και παραλληλα η διεισδυτική ματιά της στα γεγονοτα, κυρίως όμως η δύναμη της ψυχής της, το κουράγιο και το θάρρος της, μιας και ήξερε ότι η δημοσίευση (η μηπως απλα και η σκέψη;) αυτών των κειμένων θα την οδηγούσαν αναπόφευκτα στη φυλακή.
Θαυμασμος και σεβασμός -
"Vous croyez d'abord qu'il pleure, mais il ne pleure pas, ou peut-être les larmes coulent-elles à l'intérieur. Il regarde l'horizon au loin, et sur l'horizon un point aveugle. Sans y voir. Comme un adieu... La mer qu'ils regardent, où ils entrent, vers laquelle ils fuient. Le large." (Aslı Erdoğan, Le Silence N’est Même Plus À Toi)
"Et les secondes, les jours, aujourd'hui, qui s'écoulent hors de lui, comme par une brèche qui n'aurait comblée... La vie, qui ressemble à une plaie dont la douleur éclate quand elle se referme, pas été ou peutêtre la pure et simple absence de cette vie dont la présence ne se manifeste que dans ruisselant la douleur..." (Aslı Erdoğan, Le Silence N’est Même Plus À Toi)
"Chaque mot est un miroir peuplé de fantômes, l'écho erratique de ce miroir, le gouffre creusé par les regards... Chaque mot est la plaie qu'ils se sont mutuellement taillée, avec le couteau qu'aiguisent les regards, le gouffre saignant..." (Aslı Erdoğan, Le Silence N’est Même Plus À Toi) -
Kırmızı Pelerinli Kent kitabıyla tanımıştım.Kitabı dün elime alana kadar deneysel bir kitap olduğunu bilmiyordum.Bir nevi düşüncelerini not ettiği kitap eskizine benzettim ben.Haliyle çok karmaşık olunca bir türlü kitabın içine giremedim.Bu duyguyla hiç keyif almadan ve sırf bitirebilmek uğruna zaman zaman atlaya zıplaya ancak bitirebildim.Çok üzgünüm ama hiç tad alamadım.Bu yüzden tavsiye edemiyorum.