Natural Experiments of History by Jared Diamond


Natural Experiments of History
Title : Natural Experiments of History
Author :
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ISBN : 0674035577
ISBN-10 : 9780674035577
Language : English
Format Type : Hardcover
Number of Pages : 278
Publication : First published January 15, 2010

Some central questions in the natural and social sciences can't be answered by controlled laboratory experiments. This book looks at the use of natural experiments or the comparative method.


Natural Experiments of History Reviews


  • Mike Peleah

    Human history and societies left many question open—why Haiti and the Dominican Republic, which share the very same island of Hispaniola, are so radically different in their level of development? Why expansion of Western Territories in USA in 19th century was so explosive? Is it unique? What condition level of political development in Polynesian societies? How slave trade has affected long-term development perspectives of Africa?

    Social scientists find themselves in disadvantaged position, comparing to natural scientists, physicians, or chemists—they have no luxury to run a controlled laboratory experiments, often considered to be the hallmark of the scientific method. On the one hand, they often deal with past. On the other hand, even if they could design such an experiment, it would be immoral and illegal. To make things even worse, social phenomena often are hard to measure (for instance, what are the measures for “happiness”, “development” or “stability”?) and involve many variables, which affect outcome. (Back in 1987 Jared Diamond wrote an excellent article “Soft sciences are often harder than hard sciences”
    http://bama.ua.edu/~sprentic/607%20Di... , where he touch upon some of the issues).

    However, Mother Nature often times offers her helping hand, in the form of “natural experiments”—serendipitous situations, when systems or groups are similar in many respects, but are affected differently by a treatment, random or quasi-random. This allows comparing two systems or groups and studying influence of the treatment factor. “Natural Experiments of History” is a collection of eight comparative studies drawn from history, archeology, business studies, economics, economic history, geography, and political science.

    Book is easy to read and it is extremely thought-provoking. It offers broad sample of approaches to comparative history, using range of methods—from nonquantitative to statistical, range of compared subjects—from two in development Hispaniola island case to 233 areas in India, range of temporal comparisons—from past to contemporary societies, and wide geographic coverage. Behind all cases there is one simple idea—comparative analysis of natural experiments can be applied to the messy realities of human history, politics, culture, economics and the environment.

    Short summary of all chapters is available on-line. Many chapters in this book are based on research papers, which could provide additional information about research methods used.



    http://peleah.me/when-nature-helps-sc...

  • Joshua Hruzik

    Natural Experiments of History by Diamond and Robinson is a collection of several essays on comparative studies in history. The topics range from pre-historic societies in the Pacific to French-occupied Germany in the 19th century. All essays are a simplified version of a scientific paper that was published before. The book's aim is to introduce the reader to the contemporaneous literature on natural experiments in history, economics, political science, and linguistics.

    While the book offers very interesting topics (Nunn's essay on the causes and consequences of Africa's slave trades was very convincing) and top-class authors (e.g. Daron Acemoglu), it is clearly not designed for the scientific reader. It lacks the most basic statistical information such as regression equations or hypothesis tests. While this is without doubt unproblematic for the casual reader, it leaves the scientific reader without tangible evidence - an appendix at the end of every essay would have solved that problem. Also, quite a lot of essays spend too much time on justifying their samples and too little time on explaining why their study actually is a natural experiment.

  • Choonghwan

    Natural Experiments of History _ Diamond, Robinson

    Natural scientists have had its silver bullet called laboratory experiments. They can measure, manipulate, repeat their hypotheses in indisputable manner.

    Social scientists, on the contrary, do not have any tools to match those of physicists or biologists. They either argue putative causes such as Capital by Karl Marx or dodge explanations by simply indulging in description for the sake of description.

    Now natural experiments come to social scientists’ rescue enabling historians and sociologists pick up, compare and put historical facts and conditions in explanatory perspectives ranging from slave trades of Africa and its impact on economic development of slave-exporting countries, French Revolution’s influence on diverging economic developments of different parts of Germany.

  • Devero

    Partiamo dalle conclusioni: questo è un saggio il cui primo obiettivo è spiegare e trasmettere un metodo per i cosiddetti esperimenti di storia naturale. Lo fa attraverso sette saggi, che raccolgono otto esempi di questi esperimenti, partendo dal più semplice per finire al più complesso. Il pregio maggiore del testo è proprio la definizione di esperimento naturale di storia, la sua differenza con gli esperimenti di laboratorio e la forte spinta verso l'uso di strumenti matematici e statistici per l'analisi dei dati. Perché anche se Lord Kelvin aveva torto quando affermava che conoscere qualcosa è misurarla e numerarla, è senza dubbio vero che senza un'analisi che è anche matematica la conoscenza di un qualsiasi fenomeno è frammentaria e mancante. Lungi dal negare la forza della narrazione storica, dimostrano che rafforzarla con analisi statistiche chiare nel metodo, nelle fonti e negli obbiettivi migliora l'opera e la rende meno attaccabile e soggetta a critiche infondate e gratuite.

    Il primo saggio, firmato da P.V.Kirch narra della comparazione controllata ed evoluzione culturale in polinesia, confrontando i casi della piccola isola di Mangaia, dell'arcipelago delle Marchesi e del grande arcipelago delle Hawaii. La narrazione, totalmente mancante di analisi statistica, suggerisce solo. Non prova nulla ne riesce a escludere nulla. Da questo punto di vista ha basi veramente poco solide e si presta a diverse critiche.

    Il secondo saggio, firmato da J.Belich, narra del west americano e di altri west, quali quelli "britannici" come Canada, Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa, per passare poi all'Argentina e alla Siberia. L'intuizione dell'autore per cui tutti questi "west" passino attraverso una fase di esplosione economica in seguito alla colonizzazione di aree "libere" seguita da una depressione economica che porta a un rapido dissesto delle società dei coloni, le quali poi si riprendono con una esportazione verso grossi centri urbani è senza dubbio più convincente. Anche qui manca un'analisi statistica, e di conseguenza l'autore non può controbattere a diverse obiezioni che possono essere sollevate.
    Il terzo saggio, a firma di S.Haber, porta tre esempi di sviluppo bancario partendo da zero. I casi di Stati Uniti, Brasile e Messico sono per lui esemplari e comparabili, e di certo riesce a rendere interessante una materia noiosa anche perché porta diversi dati a sostengno di una ipotesi che comunque non è definitivamente provata.
    nota: sarebbe stato bello inserire nell'epilogo un confronto tra le crisi economiche del west americano e lo sviluppo bancario negli USA.

    Col quarto saggio abbiamo il contributo di J.Diamond, che tratta di una comparazione nello sviluppo all'interno di una medesima isola e poi tra molte isole diverse. Il caso di Hispaniola, divisa tra gli stati di Haiti e Repubblica Dominicana l'aveva già trattato in "Collasso", qui è riassunto e rivisto in parte, ma sostanzialmente non cambia. Invece la comparazione tra oltre 80 isole del Pacifico, comprendenti sia polinesia che melanesia e micronesia dove si prendono in considerazione le possibili cause di deforestazione è decisamente buono e basato su analisi statistiche anche se i dati e grafici non sono qui mostrati.
    Nota: secondo me Diamond non ha ben compreso il lavoro di Hunt sull'azione dei ratti nella deforestazione dell'isola di Pasqua, o almeno così mi appare dal saggio. Qui, per la prima volta nei suoi saggi, mi trovo in attrito con lui. Una strana sensazione.

    Il quinto saggio, a firma di N.Nunn ha una grande base statistica, una discussione delle fonti e dell'analisi dei dati molto profonda e pertanto convincente. Il saggio mette in relazione la tratta degli schiavi africani con la diversa povertà di aree dell'Africa attuale. Nunn sviluppa al meglio il metodo statistico applicato all'analisi storica, e prende in considerazione praticamente tutte le possibili obiezioni. Alla fine non arriva ancora a dimostrare che è stata la tratta dei neri a impoverire le zone un tempo ricche dell'Africa e a rendere gli stati più soggetti alla tratta quelli più poveri oggi. Però qualunque opposizione dovrà essere rigorosamente basata su dati e analisi precise, questo non è un lavoro che può essere confutato con quattro chiacchere ideologiche.

    Il sesto saggio, di A.Bannerjee e L.Iyer dal titolo "Possesso coloniale del paese, Competizione elettorale e Beni pubblici in India" tratta un argomento interessante, ossia in che modo i diversi metodi di tassazione sulla proprietà terriera nell'India coloniale Britannica hanno influenzato lo sviluppo, misurato come alfabetizzazione, presenza di scuole e di infrastrutture come strade e ferrovie. Secondo me è meno conclusivo del saggio di Nunn, ma presenta chiaramente diversi punti di interesse per un approfondimento di ricerche future.

    Il settimo saggio è quello di D.Acemoglu, D.Cantoni, S.Johnson e J.Robinson. Tratta dell'influenza e delle differenze tra gli stati tedeschi conquistati e riformati da Napoleone e quelli che non lo sono stati, differenziandoli tra quelli che comunque hanno adottato riforme simili a quelle della Rivoluzione, come la Prussia, e quelli che sono rimasti legati all'Ancient Regime. Nel complesso è un buon saggio ben supportato da una analisi del metodo.

  • Shelley

    I came to this book after developing a taste for Jared Diamond's use of inductive reasoning in Guns, Germs and Steel and Collapse. Overall this book did not disappoint, although it was on the drier side. The second half of the essays, in which more quantitative analyses were undertaken, were quite a bit more interesting. I especially enjoyed Nathan Nunn's "Shackled to the Past", an elegant and persuasive demonstration on how the ugly legacy of slavery still cripples sub-Saharan Africa today, and Acemoglu et al.'s "From Ancien Regime to Capitalism", a clever use of a natural experiment to establish the causality between Enlightenment institutions and economic growth.

  • Scotchneat

    An interesting group of "stories" by academics and researchers, about ingenious studies in the social sciences that can't be quantified or viewed in the clean controlled environment of the lab. In fact, in some cases, it would be illegal to do so.

    Comparative studies give social science another way to get at rich data, and some of the ones in this book are quite intriguing.

    I especially enjoyed a socio-linguistic analysis of related languages and how they reveal the relative economies and political structures in their deviations.

    The post-analysis about methodologies is way dry (Diamond again), but there were some good, interesting insights.

  • Peter Liska

    This book is not from Jared Diamond.
    He wrote only one chapter.

  • Scott Lieske

    Some parts, including chapter 7 the spread of the French Revolution as well as various discussions of methods, are much better than a three star review might suggest.

  • Samet Gençer

    Diamond'un tüm eserlerini okudum ve bu eser de faydalı bir çalışma olmuş bence. İstatistikler ve nicel gözlemlere yer verilmiş. Ayrıca afrikadaki köle ticaretinden bahsetmiş.

  • Juan I.

    A book for history scholars.

  • Laura Woodyard

    Fascinating read with this co-team that relishes in old and new

  • g.lkoa

    not good, somewhat a *big* disappointment; ~240 pages in which the prevailing fad of ‘controlled experiment’ randomly flows unfettered around the lab of history along with scientist demeanor in furry suits and unicorns. The grandiloquence dispersed among the pages jumps right into its karmic counterbalance when the hard-science mimicry (of the 'environments', 'initial conditions', the 'perturbations') gets to be too much and the reader is led through a chain of sacerdotal statistics whose mysteries are, of course, reserved for only initiates. This insufferable physics-biology pastiche thus settles some incomprhensible causal nexus in order to explain hystorical fakts. (suitably enough, in the afterwards the reader is supposed to find their own dedicated manual to learn how natural experiments are done and then apply to the natural-historical science society themself ... I didn’t last long to the end pages to confirm, though)

  • Makomai

    Un ulteriore capitolo nella saga dell’ascesa e del declino del ceteris paribus (in un quadro di fenomeni estremamente sovradeterminati)

    Franco Ferrarotti (dalla premessa a “i Fanatici dell’Apocalisse” di Norman Cohn):
    “Nessun dubbio che fare storia comporti l’esplorazione di epoche e di fatti che tendono a essere in se’ conchiusi, unici e irripetibili. Sembra tuttavia legittimo l’intento di confrontare contesti (…) diversi (…) per scoprirne, eventualmente, e ricavarne caratteristiche comuni e istruttive. Ma in questo caso occorre assumersi la piena responsabilita’ scientifica ed essere consapevoli che si verifica uno slittamento di paradigma, vale a dire si passa dalla spiegazione storica in senso pieno, di natura essenzialmente causale e riferita a un fenomeno storico specifico, a uno schema esplicativo che privilegia, invece dell’imputazione causale, una spiegazione latamente genetico-condizionale”

  • Amy

    The concept of this book was very interesting, but some of the articles simply bored me. This is perhaps inevitable when you have several articles covering such a range of topics. The articles I found enlightening (the slave trade, Haiti/DR, Polynesia, etc) covered topics in which I already have some background. Others (land tenure institutions in India and the Napoleonic invasion of Germany), I found boring. It's not so much that these topics are inherently boring to me, but when surrounded and defined by heavy statistics, it was more than I wanted. Individual articles can provide an excellent case for a more quantitative approach to history, but as a whole I think the book is hard to get into without knowing a fair amount about each topic.

  • Ash

    Considers seven historical comparisons, some with and with out statistical analysis making the case that both have their place and usefulness within the social sciences, but that statistical analysis can help clarify and direct studies, especially larger ones. I particularly enjoyed the second, fourth, and fifth studies - Exploding Wests: Boom and Bust in Nineteenth-Century Settler Societies; Intra-Island and Inter-Island Comparisons; and Shackled to the Past: The Causes and Consequences of Africa's Slave Trades.

  • Will

    This book explores the comparison of cases divided as natural experiments throughout history. Its focus is mostly methodological, and for the non-historian, the methodologies discussed may not seem that innovative (cross case comparison, quantitative analysis, etc.) However it is most certainly an interesting exploration of the issues, while a number of the chapters provide substantively interesting studies. Most interesting to me were the cases that analysed differences within and between Polynesian islands.

  • Shimon de Valencia

    An interesting use of the 'new' historical method. Meaty enough to keep academics content, yet still accessible to the general reader. The material covered is wide ranging, which is understandable given the range of contributors to this tome. Found this text useful as part of my orientation reading for my PhD research.

  • John Lyman

    Certainly my least favorite Diamond book. Way more scholarly and detailed than I care to read. Not to mention that he only wrote a few pages of the book himself. I wouldn't recommend this book to anyone other than anthropological or sociological scholars.

  • Denis

    The concept of this collection was very interesting, but some of the studies were more interesting/better written than others.

  • Eivind

    I love the premise for the book, but ~250 pages was not enough to cover the material properly, in my opinion.

  • Asil

    Daha çok günümüze yakın tarihteki değişimlerin incelendiği makalelerin derlenmesi ile ilgili bir çalışma.