Title | : | Convalescenza |
Author | : | |
Rating | : | |
ISBN | : | 8845933946 |
ISBN-10 | : | 9788845933943 |
Language | : | Italian |
Format Type | : | Paperback |
Number of Pages | : | 86 |
Publication | : | Published May 1, 2019 |
Convalescenza Reviews
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Ferite
Si tratta sostanzialmente di un dittico composto da due racconti lunghi accomunati dal tema della sofferenza fisica, specchio di un più profondo disagio psicologico ed esistenzale e di una tendenza all’isolamento e all’autolesionismo, un rifiuto dei rapporti umani corrotti dall’incomunicabilità.
Le ferite non rimarginate che affliggono la protagonista della prima storia e le chiazze cutanee nella seconda sono un sintomo iniziale che si trasforma progressivamente in un grido di richiesta di aiuto destinato al vuoto dell’indifferenza circostante.
Soprattutto il racconto che dà il titolo al libro riecheggia lo stile, le atmosfere, il senso di straniamento che pervadevano il romanzo più noto di Han Kang, La vegetariana, di cui potrebbe a pieno titolo rappresentare un capitolo.
L’altro racconto, Il frutto della mia donna mi ha invece rammentato, pur nella netta differenza di stile, un magnifico racconto di Antonia Byatt, “La donna di pietra”, anch’esso incentrato sulla metamorfosi del corpo femminile, qualcosa che inizia con una vertigine per fondersi nel sentimento panico della natura.
Alcuni commenti hanno attribuito una connotazione femminista al malessere delle due donne protagoniste, anonime quasi a sottolineare l’impersonalità dei rapporti col contesto sociale e familiare. Se è pur vero che il marito della donna del secondo racconto, narrante in prima persona, si dimostra particolarmente insensibile ed ottuso nel percepirne l’incalzante sofferenza, a me è sembrato che il dolore possa riferirsi soprattutto ad un profondo disagio esistenziale, riflesso di un’opprimente alienazione urbana: …da tanto tempo ormai sognavo questo, poter vivere solo di vento, sole e acqua -
Il primo racconto "Convalescenza", l'ho trovato carino e mi ha ricordato i temi presenti nel romanzo "La vegetariana", ma a colpirmi davvero è stato il secondo racconto "Il frutto della mia donna". In questo una donna, per sfuggire al dolore e alla monotonia della vita, si trasforma lentamente in una pianta. Secondo me un tema geniale e meraviglioso, narrato molto bene, con l'alternarsi dei punti di vista del marito e della donna stessa. Mi ha colpito molto la descrizione del corpo femminile che cambia, prima riempiendosi di macchie e poi fiorendo e avendo bisogno solo di acqua. Alla fine la donna - pianta da i suoi frutti e secca. Chissà se rinascerà. Poetico e bellissimo.
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Dall’alto della mia totale totale inadeguatezza come critico letterario, penso che Han Kang sia una di quelle autrici che vengono amate e odiate allo stesso tempo. Amate per la prosa fluida, per lo stile ricercato, perché tutti i suoi personaggi si muovono fluidamente come burattini appesi a un filo. Odiata perché a ogni pagina il lettore vorrebbe mettersi a urlare contro la pagina per riscuotere questo o quel personaggio, per cambiare la storia.
In “Convalescenza” troviamo due racconti, due storie, due donne: una malata nel corpo e una malata nell’anima. Ma corpo e anima non sono mai distaccati - e così la donna con il problema alla caviglia ci trascina nel suo rapporto travagliato con la sorella, e la donna depressa ci mostra man mano i segni della malattia sul suo corpo.
In “Convalescenza” insomma troviamo due storie di malattia, due storie che ci mostrano quanto le malattie possano essere più complesse di quanto sembrerebbero a un primo sguardo - due storie che ci mostrano quanto sia importante non focalizzarci sul problema, ma guardare al problema a tutto tondo. -
"Da che cosa cercavo di scappare, che cosa mi affliggeva al punto da farmi desiderare di fuggire all'altro capo del mondo? E che cosa mi tratteneva, impastoiandomi, paralizzandomi? Quali ceppi mi opprimevano, impedendo il salto che avrebbe rinnovato questo sangue malato?"
Due racconti, due donne, entrambe sofferenti nel fisico e nella mente. La fuga dal dolore e da sè stesse passa per la ribellione prima, per la trasformazione poi.
In bilico tra realtà e fantascienza, questi racconti, in particolare il secondo, mi hanno ricordato moltissimo i temi e le atmosfere de La vegetariana. Solitudine, malessere, delle scelte al limite dell'estremo fatte per fuggire da una realtà in cui è impossibile continuare a vivere.
Poetico, delicato, surreale. Han Kang non la capisco del tutto, a volte la sento lontana, quasi aliena, ma il mondo di cui scrive, le sensazioni che evoca, mi affascinano profondamente. -
fisso il muro con gli occhi colmi di lacrime da almeno venti minuti. il secondo racconto, "il frutto della mia donna", mi ha rapito. una donna che per fuggire al dolore si trasforma in pianta, la descrizione del corpo femminile che muta è da brividi. le ultime pagine sono tra le più belle che io abbia mai letto.
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E dubito che rifiorirò in questo mondo.
Un bel dittico di racconti, con due protagoniste femminili che ci parlano di malessere esistenziale, di incomunicabilità nelle loro relazioni che le condurranno all'alienazione.
Neanch'io riuscivo a guardare avanti. Non ne sono mai stata capace. Cercavo solo di tenere duro. Mi sforzavo di tenere duro, altrimenti mi sentivo in ansia. (da Convalescenza)
Non sono mai stata felice. Forse sulle mie spalle grava perennemente un'anima tormentata, che mi si aggrappa alla gola e alle membra? Il mio solo desiderio è sempre stato di scappare, un impulso basilare, il dolore che provoca un grido, il pizzico che genera un urlo. (da Il frutto della mia donna)
I corpi sono molto presenti tant'è che il disagio psicologico di queste due protagoniste si manifesta inizialmente con segni fisici [le ferite alla caviglia che non si rimarginano nel primo racconto e i lividi bluastri che si spargono su tutto il corpo nel secondo] per poi ripiegarsi sul desiderio di autoannientamento.
Sottovoce preghi ripetutamente un dio, non importa quale, perché tu possa non guarire da ciò che soffri in questo istante; perché il suolo freddo possa diventare ancora più freddo, cosicché la tua faccia e il tuo corpo si giacciono completamente e tu non ti rialzi mai più.
Consigliatissimo se avete amato la Vegetariana.
( ⁱᵒ ᵗʳⁱˢᵗᵉ ᵖᵉʳᶜʰᵉ́ ᵐⁱ ʳⁱᵐᵃⁿᵉ ˢᵒˡᵒ ᵃᵗᵗⁱ ᵘᵐᵃⁿⁱ ᵈᵃ ˡᵉᵍᵍᵉʳᵉ T.T ) -
Han Kang è bravissima e nel secondo racconto c’è tanto de La vegetaria!
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"You tried to freeze your heart to be as cold and hard as you could."
"당신의 마음을최대한 차갑게, 더 단단하게 얼리기 위해 애썼다."
"회복하는 인간" / "Convalescence" by 한강 (Han Kang) is Volume 24 in the Asia Publishers bilingual series of Modern Korean short stories.
For my general comments on the series see
https://www.goodreads.com/review/show...?.
This story has been translated by Eugene Jeon Seung-hee, and the literary critic's afterword comes from Cho Yeon-jeong.
Han Kang recently shot to prominence in the Anglosphere as the first winner of the new form of the Man Booker International Prize with The Vegetarian (
https://www.goodreads.com/review/show...), and indeed has sold 500,000 copies of the Korean original on the back of this award. Her Human Acts, was, for me (
https://www.goodreads.com/review/show...) an even stronger book, so I was particularly looking forward to this.
Convalescence is a very short work, but has strong echoes of The Vegetarian, with its scarred, literally physically as well as emotionally, second person subject.
The story starts with her visiting hospital for treatment on wounds on her two ankles, both badly burned and now severely infected after an acupuncture cauterisation treatment went wrong.
"The doctor is calm and cold. It seems that he can't understand a patient who got burned five days ago and did nothing about it until the injury was infected."
It is soon clear that she was oblivious for so long to the physical symptoms of infection, due to her mental distress:
"You've already forgotten how much you liked witty jokes and how much you cared about your appearance [...] that you liked to wear bright-coloured, free-spirited clothes [...] that you always wore a faint playfulness in your downward slanting eyes."
The distress is caused by the death, only a week earlier, but after a lengthy and painful illness which she kept secret until near the end, of her elder sister. Indeed the acupuncture was necessitated by an ankle sprain caused by supporting her mother at the funeral.
Her sister was much more conventionally successful in looks, finance and marital life, yet "you couldn't understand why your sister was jealous of all your shortcomings [..] she seemed to keep her life at a distance as if shunning foul smelling food."
Their already uneasy relationship changed fundamentally when, in college, she accompanied her sister to have an abortion. Part of her sister's hurt later in life lies in not subsequently managing to have children with her husband, and her simultaneous embracing of material happiness and yet shunning it, her sister explains as "hid[ing] behind generally accepted ideas [...] a quiet shell house like a turtle or snail."
"She knew that you were the only person who would forever keep the secret from anybody, including your parents. Because she knew that you loved her with all your heart. Despite that knowledge, your sister no longer loved you after that day. She didn't want to talk to you, or even look you in the eyes. Although you tried very hard to regain her heart for a few years after, you realised one day that no effort of yours could bring back her love and you turned away from her.
[...]
You asked who was colder, you or your sister?
[...]
You tried to freeze your heart to be as cold and hard as you could."
After visiting hospital for an initial, not totally reassuring diagnosis, on her ankle she returns home despite knowing "that you have to visit your parents this weekend to comfort them. Even if you don't make any effort to comfort them, you, their remaining child, will comfort them just by being there.
But you are trying not to do that.
You want to be alone."
And as she returns home the story switches very effectively from the present to a future tense, as the narrator describes the physical healing process that will eventually occur but of which she is currently ignorant, with a series of:
"You don't know yet that..."
But it isn't at all clear she wants to be healed. At the end of the story, she rides her previously beloved bike despite being "afraid of remembering that joy, You're afraid of remembering that dizzying speed", but finds that in practice, the riding merely exacerbates the pain in her ankles.: "You think you'll keep riding anyway. You don't need to fear joy. You don't feel joy."
But the bike ride ends in a crash and as she lies on the ground assessing her new injuries:
"You mutter a prayer over and over again to no specific god that you may not recover from whatever you're suffering now, that the cold soil may become even colder so that your face and body are frozen hard, and that you never get up again."
Overall a powerful but too brief work, with the themes more fully developed in The Vegetarian. -
Corea del Sud negli ultimi 20 anni ci sta regalando fiori e gemme sia nel cinema che nella letteratura ed anche nella musica pop. Non conoscevo Han Kang, la trovo sensibile e poetica come Banana Yoshimoto e brava nel thriller psicologico come la Munro o la Oates, anche se mi ha ricordato molto il senso di terror panico understatement di Samanta Schweblin , altra scrittrice che consiglio a tutti. Nel primo racconto la protagonista ricorda la sorella morta con un senso di disturbo e dolore, andando indietro con la freccia del tempo ogni cosa avrà un senso tra ricordi condivisi durante l'adolescenza , segreti, piccole invidie e cure sbagliate In questo racconto l'io narrante si rivolge alla protagonista in seconda persona preannunciando i micro eventi futuri che la colpiranno.
Nella seconda storia "Il frutti della mia donna" un marito vede la moglie deperire giorno dopo giorno, la donna si fa sempre più sottile e si copre di lividi, smette di mangiare, si isola...perché questa donna sta morendo?
In ambedue le storie il tema della sofferenza fisica e psichica, delle piaghe, delle pustole dei buchi sono degli acceleratori per portare il lettore verso il tragico epilogo nel primo e verso un vero e proprio cambiamento molecolare. Sofferenza per le parole non dette, per una ferita non curata e sofferenza che porta ad un cambiamento. Mancuso ci ha insegnato il valore delle piante, quanto esse siano forti e da quanto esistano, Han Kang ci insegna che la non azione è quanto di più ci assimila ad un vegetale. Quanto la bellezza di una pianta necessiti di amore e cure come una persona.
image:
“Dionaea (Venus Flytrap)” by Fay Helfer
image:
“Nelumbo (Lotus)”by Fay Helfer
image:
“Sarracenia”by Fay Helfer
image:
"Nepenthes (Pitcher Plant)”by Fay Helfer
image:
“Cynara (Artichoke)”by Fay Helfer -
Due ritratti femminili che raccontano l’alienazione, il dolore, quel dolore sordo e strisciante, testimone di una ribellione silenziosa, che fa male.
Mentre nel primo racconto la sofferenza è la mancanza di empatia tra due sorelle, una che sopravvive all’altra consapevole che dietro al suo dolore fisico c’è un profondo malessere esistenziale, nel secondo, Il Frutto della mia donna, il dolore è la mancanza di libertà, il sentirsi soffocare da tutto: marito, casa, abitudini. Il suo corpo si ribella e per fuggire sceglie la metamorfosi vegetale. Il suo corpo di donna diventa albero e solo così riesce ad evadere da ciò che la vita le aveva riservato.
“È da tanto tempo ormai che sognavo questo, poter vivere solo di vento, sole e acqua “ -
당신의 마음을최대한 차갑게, 더 단단하게 얼리기 위해 애썼다.
This series of modern Korean short stories in English translation with the original text included is just amazing. I'm a big fan of Han Kang (한강), and it was so cool to see themes and concepts in 『회복하는 인간』 (회복하다 recover + 인간 human) that would be more fully developed in
『채식주의자』. Messed-up codependent sibling relationships for the win! -
Piccola perla da leggere in un'ora.
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Troppo lontana da me la coreana Han Kang. Forse. Non riesco ad affezionarmi a queste storie ibride. A questi corpi mutanti. Eppure di fantascienza ne ho letta tanta. Ma niente, non mi dice niente.
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Niente di che, a parte dolore e ansia. Però penso di doverle una seconda possibilità come autrice
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3.5
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Immagini forti e poetiche racchiuse in appena 86 pagine. Han Kang riesce sempre con maestria a descrivere l’animo umano, la disperazione, la solitudine e la rinascita.
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"Ero infelice a casa e altrettanto infelice altrove, perciò dimmi, dove sarei dovuta andare?
Non sono mai stata felice. Forse sulle mie spalle grava perennemente un'anima tormentata, che mi si aggrappa alla gola e alle membra? Il mio solo desiderio è sempre stato di scappare, un impulso basilare, il dolore che provoca un grido, il pizzico che genera un urlo. Seduta con le ginocchia premute sul petto in fondo all'autobus, con l'aria di chi non farebbe male a una mosca, per tutto il tempo desideravo spaccare il vetro con il pugno. Bramosa del sangue che sarebbe sgorgato dalla mia mano. Lo avrei leccato come un gatto beve il latte. Da che cosa cercavo di scappare, che cosa mi affliggeva al punto da farmi desiderare di fuggire all'altro capo del mondo? E che cosa mi tratteneva, impastoiandomi, paralizzandomi? Quali ceppi mi opprimevano, impedendo il salto che avrebbe rinnovato questo sangue malato?" -
Please join Seoul Book and Culture Club on Saturday 7th November for a meeting with very special guest novelist Han Kang. Kang is the multi-award winning, sometimes controversial author of the highly acclaimed novel ‘The Vegetarian’ and the short story ‘Convalescence’ among many others. This event will be in English and Korean. (
www.facebook.com/events/848529808549429/)
서울도서 클럽과 문화 클럽을 11월 7일 토요일에 아주 특별한 소설가이신 한강 작가님을 모시고 개최합니다. 한강 작가님은 여러 분야에서 수상 하셨습니다 아주 높게 평가되는 ‘채식주의자’라는 소설을 쓰시고 또한 ‘회복하는 인간’이라는 단편 소설도 쓰셨습니다 이번 행사는 영어와 한국어로 진행됩니다 많은 참석 부탁드립니다. (
www.facebook.com/events/848529808549429/)
Date: Saturday 7th November.
날짜: 11월 7일
Time: 4pm.
시간: 오후 4시
Admission fee: 5,000won
입장료: 5,000won
Place: Haechi Hall in Seoul Global Cultural Centre
(5th Floor M Plaza in Myeong-dong) (
www.facebook.com/Seoulcenter3789) -
Il secondo racconto è strepitoso!!! ❤️
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Ho iniziato l'anno con il botto leggendo "La Vegetariana" di questa autrice e avendolo apprezzato ho voluto comunque approcciarmi ad un altro scritto della Kang ed ho scelto questo.
"Convalescenza" sono i lavori scritti prima del titolo che la resa celebre, infatti il primo fu pubblicato nel 1995 e il secondo nei primi del 2000. Si vede in maniera netta quanto questi due racconti siano la preparazione ad una storia che è una critica sociale, cruda ed estrema nel primo abbiamo la manifestazione dei "sintomi" e nel secondo vi è la totale trasformazione di questi sintomi in qualcosa di completamente nuovo, sconosciuto e spaventoso per certi versi.
Interessantissima la continua analogia alla figura femminile come punto di riferimento, nel primo racconto la sorella maggiore, nel secondo la mdre e quanto questo sia un additivo al lasciarsi andare. La scrittura della Kang riesce sempre ad incatenare, con la sua narrazione da vita a scene di vita quotidiana che ti strappano letteralmente il cuore, trovandoti impotente di fronte a quel che sta accadendo.
Le tematiche sono simili alla "Vegetariana" ma nel secondo racconto "I frutti della mia donna", visto dal punto di vista del marito e, in alcuni punti, dal punto di vista di lei, ho notato qualcosa di differente. Ho come avuto l'impressione che nel secondo si parli velatamente di violenza domestica, e che nella mente di chi compie il gesto viene passato come un gesto premuroso, altruistico.
Non so, questo è quello che ho percepito mi è piaciuto ed è stato molto istruttivo vedere come queste due idee preparatorie poi si siano fuse per dare vita al racconto che ha reso la Kang celebre.
Consiglio di leggere questo libro prima di leggere "La Vegetariana" così da poter avere uno sguardo più profondo e completo di entrambe le opere di Han Kang. -
Dato che ero stanco e affamato, dato che le stoviglie arrugginivano nel lavello e non c'era un solo cucchiaio pulito per prendere un po' di riso, mi sentii solo. Ero tornato in una casa vuota dopo un viaggio così lungo, volevo parlare di tutte quelle cose banali che succedono nei voli a lunga percorrenza, dei paesaggi che erano scorsi dietro il finestrino di treni stranieri, e non c'era nessuno a chiedermi: «Sei stanco? », privandomi del l'opportunità di dimostrare la mia resistenza con uno stoico: «Sto bene ». Mi sentii solo. E, a causa di questa solitudine, mi arrabbiai. L'insignificanza del mio corpo mi diede la sensazione di essere fondamentalmente incapace di far parte del tessuto di questo mondo. Il gelo che si stava insinuando nei miei vestiti d'un tratto leggeri e il pensiero che l'unica cosa che mi fosse davvero riuscita nella vita era illudermi di essere apprezzato mi fecero arrabbiare. Solo e senza nessuno che mi amasse, tanto sarebbe valso che la mia esistenza fosse già finita.
Non sono mai stata felice. Forse sulle mie spalle grava perennemente un'anima tormentata, che mi si aggrappa alla gola e alle membra? Il mio solo desiderio è sempre stato di scappare, un impulso basilare, il dolore che provoca un grido, il pizzico che genera un urlo. Seduta con le ginocchia premute sul petto in fondo all'autobus, con l'aria di chi non farebbe male a una mosca, per tutto il tempo desideravo spaccare il vetro con il pugno. Bramosa del sangue che sarebbe sgorgato dalla mia mano. Lo avrei leccato come un gatto beve il latte. Da che cosa cercavo di scappare, che cosa mi affliggeva al punto da farmi desiderare di fuggire all'altro capo del mondo? E che cosa mi tratteneva, impastoiandomi, paralizzandomi? Quali ceppi mi opprimevano, impedendo il salto che avrebbe rinnovato questo sangue malato? -
Il disagio e la solitudine di due anime vengono raccontate in queste due brevi novelle assolutamente ipnotiche. Le difficoltà di comunicazione , il male di vivere e la delusione per la promessa di felicità dell'esistenza moderna causano una brama di annientamento nelle due protagoniste. È stato impressionante leggere il percorso di questi due corpi e due menti che si degradano o quantomeno sperano di riuscirci, fino a diventare davvero parte della Natura, l'unico Dio reale che abbiamo a disposizione concretamente e a cui anelare, forse l'unica speranza per alleviare un malessere opprimente che non lascia scampo.
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non ho parole per descrivere le sensazioni che ho provato leggendolo. nella seconda storia "il frutto della mia donna" ho sentito la protagonista estremamente lontana ed allo stesso modo incredibilmente vicina, come se nella sua freddezza avesse riuscito a rapirmi senza alcuna trappola troppo studiata.
l'ho amato, l'ho divorato in pochi minuti, eppure ho la sensazione che rimarrà pressato nella mia testa per molto, molto tempo. -
In realtà si tratta di due racconti. Mi sono piaciuti entrambi molto, ma sembravano più che altro un esercizio o una prima prova per “La Vegetariana”, quindi non sono rimasta particolarmente colpita, visto che i temi e l’atmosfera erano molto simili a questo romanzo. Comunque, avevo molto apprezzato “La Vegetariana”, quindi questo, che ci somiglia, mi è piaciuto altrettanto.
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Due racconti cupi che parlano di alienazione, sofferenza e ribellione. Due protagoniste che fanno scelte estreme per sfuggire ad un profondo malessere esistenziale.
C’è qualcosa de i temi de “la vegetariana” ma senza lo stesso respiro e la stessa profondità. -
Questo romanzo non mi è piaciuto, sebbene all'inizio la costruzione della storia era anche intrigante. Per certi versi mi è sembrato addirittura disgustoso, e credo faccia parte di un filone di narrativa che non saprei meglio definire, ma del quale difficilmente riuscirei ad appassionarmi
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Due racconti intrisi di grottesco e surreale, un modo di scrivere che troverà la sua espressione completa, e disarmante, ne "La vegetariana".
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· Convalescenza ★★★½
· Il frutto della mia donna ★★★★ -
La delicatezza e le atmosfere de «La vegetariana» si ritrovano anche in questi racconti.