Chéri by Colette


Chéri
Title : Chéri
Author :
Rating :
ISBN : 009942276X
ISBN-10 : 9780099422761
Language : English
Format Type : Paperback
Number of Pages : 122
Publication : First published January 1, 1920

Léa de Lonval is an aging courtesan, a once famous beauty facing the end of her sexual career. She is also facing the end of her most intense love affair, with Fred Peloux--known as Chéri--a playboy half her age. But neither lover understands how deeply they are attached, or how much life they will give up by parting ways.


Chéri Reviews


  • Orsodimondo

    RELAZIONI PERICOLOSE


    Chéri – Rupert Friend

    La storia si svolge negli anni della Belle Époque, primo Novecento, in Francia, a Parigi.
    La Grande Guerra è in corso, ma nelle pagine di Sidonie-Gabrielle Colette, meglio note semplicemente come Colette, non ce ne sono echi.
    Colette scriverà anche un altro breve romanzo che prosegue la storia, intitolato La fine di Chérie e qui invece la guerra sarà presente.


    Léa – Michelle Pfeiffer

    I personaggi principali appartengono tutti al mondo che ruota intorno alla prostituzione. Anche se siamo a un livello che il termine in sé fatica a lasciare intuire: stiamo parlando di anni durante i quali alcune signore esercitavano la professione con rara maestria capacità e sagacia, accompagnandosi a re monarchi aristocratici e milionari d’ogni tipo, diventando talvolta signore, talaltra restando single e abbinandosi a più partner, ma soprattutto trasformandosi nelle puttane più famose e potenti della storia della prostituzione. Chiamate cortigiane.


    La mamma di Chéri è Kathy Bates.

    Esercitavano a domicilio, proprio o altrui. Il termine domicilio non tragga in inganno: le loro e altrui dimore erano mozzafiato per dimensione arredo fasto e confort.
    Émilienne d'Alençon (1870 – 1945), soprannominata una delle Tre Grazie della Belle Époque insieme alle sue colleghe Liane de Pougy e Caroline Otero (la Bella Otero), iniziò la carriera a quindici anni e si dice che portò re Leopoldo II del Belgio pressoché in bancarotta.


    Léa e Chéri

    La quarta Grazia della Belle Époque deve essere senz’altro stata Léonie Vallon, detta qui Léa de Lonval, che impersonata da Michelle Pfeiffer nel buon film firmato dal sempre eccellente Stephen Frears è talmente bella e radiosa da fermare il tempo.
    Léa è secondo me la vera protagonista, anche se il titolo è dedicato a lui, Fred che Léa ha battezzato Chéri.
    Léa, invero, ci prova a fermare il tempo, ma ha ormai raggiunto un’età pericolosa, al limite: un passo e sarà nel mondo delle rose fané (presumibilmente diventando ancora più bella, come succede a certe donne cui qualche ruga e un inizio di cedimento dei tessuti muscolari regalano altro fascino). Quarantanove anni, ventiquattro più di lui. La chirurgia plastica non esisteva ancora, il tramonto era letteralmente come un sipario calato.


    I giovani sposi, Chéri ed Edmée.

    Lei ne aveva sei di meno, e lui era quindi diciannovenne quando la loro storia ha inizio. Il romanzo la racconta a sprazzi, pur restando concentrato sul presente. Chéri è figlio di una collega di Léa, Charlotte Peloux, ormai ritirata dal gioco della seduzione, dopo aver comunque garantito al giovane figlio un futuro economicamente sicuro, una rendita ben generosa. Charlotte e Léa si conoscono da sempre, si frequentano, ma amiche è parola grossa: tuttavia è per una forma d’amicizia che Léa porta in vacanza con sé il diciannovenne Chéri, per distrarlo, e farlo uscire dal suo stato di perenne "ennui".


    La cougar e il suo toy boy.

    La vacanza dura sei anni. Cioè, la loro relazione dura così a lungo. La più lunga nella vita di Léa che gli uomini è abituata a cambiarli, a concedere ben meno di quanto ottenga. Il toy boy, super viziato, è talmente bello che Léa non prova neppure a sbarazzarsene: se lo tiene in casa, nel suo stesso letto, lo coccola, vizia, e per lui spende una fortuna.
    Ma un bel giorno mamma Peloux convince il venticinquenne Chérie che è ora di convolare a nozze. Con la non ancora diciannovenne figlia di un’altra collega. Matrimonio d’interesse, se occorre dirlo: prima di tutto si concorda la parte finanziaria. E comunque entrambi gli sposi sono ben imbottiti e bisognosi di null’altro.


    Durante i sei mesi di viaggio Léa riprende la sua professione, la più antica del mondo si usa dire (ma è nato prima il cliente o la passeggiatrice?).

    Léa fa buon viso a cattivo gioco, è troppo donna di mondo per cedere al dolore, alla gelosia, per accusare la perdita. Però, parte per un viaggio di sei mesi.
    Durante i quali è Chéri ad andare in crisi, a trasferirsi in hotel abbandonando la giovanissima moglie, a passare sotto le finestre della casa di Léa sperando di scoprire che è ritornata, di ottenere qualche brandello d’informazione dai domestici.
    Léa torna stanca di viaggiare. Ha avuto altri amanti, più per ammazzare il tempo che per reale piacere.
    Chérie si presenta alla sua porta a mezzanotte e…


    Chez Maxim, luogo di ritrovo abituale dei nostri eroi.

    L’ultima lunga scena che dura da mezzanotte al mattino è il clou di questo breve libro, nato secondo me pensando al palcoscenico, dove fu in effetti portato (e alla centesima replica la stessa Colette vestì gli abiti di Léa): non va raccontata, va goduta e assaporata.
    Nel buon film omonimo, la sceneggiatura è firmata da Christopher Hampton, che scrisse anche Le relazioni pericolose, il cui magnifico film era come questo diretto da Stephen Frears e concludeva in un drammatico struggente primo piano della Marquise de Merteuil (Glenn Close) che voleva farsi beffe di Madame de Tourvel (Michelle Pfeiffer), proprio come qui si finisce su un intenso struggente primo piano della splendida Léa/Pfeiffer, mentre la voce fuori campo del narratore informa lo spettatore che Chèri andrà in guerra, e una volta tornato a casa rivedrà Lèa, ah, grave errore: perché la magnifica creatura è diventata una vecchia obesa e asessuata, che non gli ricorda in niente colei che aveva tanto amato, tranne che nel suo paio di magnifici occhi blu. Se ne va sapendo che non la rivedrà mai più per poi andarsi a sparare un colpo di pistola in testa.


    Léa in tutto il suo splendore.

  • Steven Godin

    Reading Colette's short novel Chéri, felt like munching on a box of fancy Belgian truffles, and in this case washed down with a bottle of fine vintage French wine, everything is all very French and all very luxurious. On it's first publication in 1920 both Marcel Proust and André Gide deemed it as a masterpiece, I wouldn't go as far as to say that, but was pleasantly surprised how pleasurable a read it was. I love how the female lead character Léa de Lonval is described as a magnificent and aging courtesan facing the end of her sexual career?, er...excuse me, the poor girl hasn't even hit 50!, give her a break, and to make matters worse she is madly in love with the exquisitely handsome and spoilt brat Chéri, who I would describe at times as an arrogant sniveling little toad. The fact Chéri is half Léa's age doesn't stop the flowers blossoming in love for the pair, the dashing playboy would first lead her up the garden path and advantageously marry someone else, seeing a sombre Léa reluctantly deciding their relationship must end. Without Chéri, Léa does experience a new wanted freedom, but both lovers would finally realise just how deeply they are connected in more ways than one.

    Seven years prior, Léa, a courtesan in the Parisian demi-monde before the first world war, agreed to take Chéri to help supervise his amorous education, their lavish time spent together is awash with servants, boudoirs, silks and satins, pearls and sapphires, warm bodies and moonlight. It's as if all the house fronts of Paris were thrown away leaving an open view of men and women talking, dressing, bathing, brooding and loving. Colette's sensual prose with a twist of melancholy, was as rich and charming as it's characters, worked so well without the need to be overly sexual, and never falls into the trap of being a generic sentimental romance novel in the mold of say Mills & Boon. Love is deeply entangled with maternal love in this book that for a modern reader may surprise, with wit and wisdom Colette is ultimately concerned with the human heart and the transgressive emotions it might shelter.

    I read this looking more at it from Léa's perspective, a wonderfully drawn and pragmatic business woman filled with kindness. Mixed with a tenderness and passion for Chéri, but tingled with a sad realization that she feels age is not on her side anymore. She felt much pain on discovering Chéri's marriage plans (although his overly protective mother plays a pivotal role in his life).
    Sumptuous, and beautifully written with a warm human touch, Colette, at it's core, simply writes of love and aging, and tells us how love sometimes binds and keeps a woman from breathing freely or how it may shape and support her and help her to be beautiful. It's not that I disliked Monsieur Chéri, through all his lavish living, he was still driven by human emotions just like anyone else.
    I can't hold that against him. He still deserved a smack in the chops though.

    For me it's hovering somewhere between 3.5 and 4 stars. It is worthy of a four. Writing of romance is not always easy, and it did tick most of the right boxes.

  • Duane

    Cheri is the story of a privileged and wealthy young Frenchman living with a wealthy courtesan (Lea). She is much older, 50 vs 25, and when Cheri marries a young woman, Lea realizes that she loves him and he is gone forever. It's a little more involved but that's the gist of the story. This book was published in 1920 and is one of her better known works, but honestly, I prefer her early novels, especially the "Claudine" books. Colette would live a long life (1873-1954), and she wrote well into her later years. Her novel "Gigi" was published in 1944 and later made into a movie. I believe she is one of the most underrated writers of her time. I enjoy reading her stories and look forward to reading her biography.

  • Alex

    Colette herself is one of the great stories of literature. Indentured as a ghost writer by her lecherous husband, a writer of trash, she escaped from his shadow (and the marriage) to become the novelist he never was. Openly bisexual, she was considered a leading light of French literature and became the president of the prestigious Academie Goncourt. She eventually won the greatest honor of all: being played by Keira Knightley in a rote biopic.

    colette
    The author looking like she might seduce a youth at any moment

    Colette’s second marriage broke up because she slept with her 16-year-old stepson, and you might think that episode was perhaps the inspiration for Chéri, one of her more famous works, in which an older woman sleeps with a younger man. What cracks me up, though, is that it’s the other way around: she wrote the book and then thought to herself, y’know, gosh, that sounds fun, I wonder if there are any youngsters around.

    A long relationship is like following your husband to the colonies: when you get back, no one knows you and you don’t know how to dress anymore.

    Chéri is a perfect novel. Delicately structured, wonderfully written - funny and touching - and it feels different than most of the books I’ve read. It has the psychological acuity of
    Forster and other quiet, interior English novelists, but conveyed with the raw life of
    Dangerous Liaisons. It’s more sensual and direct than you’re used to. Unless you’ve been reading a lot of
    DH Lawrence, probably her closest analogue. Our hero is Léa, a 49-year-old courtesan who’s engaged in what may be the final great love affair of her life. Her lover is Chéri, 25, handsome and callow, truly in love with her but facing the reality that he will be required to marry someone more suitable quite soon. They come together and pull apart, trying to make peace with the inevitable end of the story. She spends a lot of time looking at her “ravaged” aging neck; he has some sort of internal metaphor going involving pearls. The ending is honest, earned

    chaplin
    Charles Joshua Chaplin, a painter of semi-clothed young ladies, gets a shout out in the book

    There’s a kind of gender and power reversal here. Chéri plays the ingenue, Léa the older teacher. She holds the authority. It’s not an obvious straight gender swap, just a quiet feeling. Colette’s become an icon in the queer community, which is great, but there’s no reason she shouldn’t be an icon in general. This is a brilliant, subtle, hilarious book. It’s almost as good a story as Colette's.

  • Celeste   Corrêa

    «Conheciam-se há vinte anos. Intimidade inimiga de mulheres levianas que um homem enriquece e depois abandona, que outro homem arruina - amizade impertinente de rivais à espreita da primeira ruga e do cabelo branco. Camaradagem de mulheres positivas, hábeis nas manobras financeiras, mas avara uma, a outra sibarita...Estes laços têm a sua importância.Mais tarde, outro laço mais forte as uniria: Chéri.»

    Elas são duas cortesãs: Léa e Charlotte Peloux, mãe de Chéri, petit nom de Fred, que conheceu todas as alegrias de uma infância impudente e tornou-se um jovem gigolo caprichoso, amante de Léa.

    Colette aborda o mundo das cortesãs parisienses sob o título de um nome masculino o que fortalece a visão feminista do livro.

    Léa é a amante sensual e maternal de Chéri, vinte e quatro anos mais novo do que ela.

    «Quando Léa recordava a primeiro Verão na Normandia, verificava com equidade. «Meninos maus, tive-os mais engraçados que Chéri. Mais amáveis também e mais inteligentes. Mas mesmo assim não tive nenhum como ele.»

    Passaram-se cinco anos. Chéri informa Léa que vai casar ….tudo tem um fim, tem de assentar na vida …e que há grandes interesses em jogo….que ela sempre existirá quando tiver necessidade de um favor.
    O casamento de interesse com uma jovem boa e encantadora é arranjado pela mãe.

    «É bem feito, na minha idade não se conserva um amante sete anos. Sete anos! Estragou-me o que restava de mim. Desses sete anos eu podia ter tirado duas ou três pequenas felicidades cómodas, em vez de um grande desgosto...Uma ligação de sete anos é como acompanhar o marido às colónias; quando voltamos ninguém nos reconhece e já não sabemos como bem vestir.»

    O estigma do envelhecimento feminino e suas consequências é um dos problemas abordados por Colette; naquele tempo, tal como na sociedade actual, a perda da juventude era já visto com uma crueldade castigadora.

    Léa e Chéri estão destinados a encontrarem-se de novo - o que acontece -, e as últimas 40 páginas do livro são decididamente magníficas.

    Quando Chéri abandona a casa, como um evadido, - depois do último encontro de amor-, desejando a sua vida de homem jovem, Léa corre à janela.

    «- Ele volta! Ele volta! – gritou ela, levantando os braços-»

    «Uma velha arquejante repetiu, no espelho oblongo, o seu gesto, e Léa para si perguntou o que podia ela ter em comum com aquela louca.»

    O livro tem continuação, «O Fim de Chéri», que, entretanto, já comecei a ler.

    [Decididamente, não é fácil falar sobre este livro]

  • Jesús De la Jara

    "Semejante mujer no acaba en los brazos de un viejo. ¡Semejante mujer, que ha tenido la suerte de no ensuciarse jamás las manos, ni la boca, con un vejestorio... la vampira que no quiere sino carne fresca"

    Leí este clásico tratando de no leer ninguna reseña previa e incluso "limpiarme" de lo poco que había escuchado por ahí. Principalmente porque vi que muchos la odiaban y otros la amaban. Además una lectora francesa que lee bastantes clásicos y le tengo mucho respeto no pudo ni siquiera terminarla porque no le gustó.
    Dicho esto creo que tengo una opinión bastante imparcial de este libro.
    Tan así no quería enterarme que ni sabía que el título de la novela correspondía al protagonista masculino, claro, sé su significado en francés, pero no pensé que era un apodo sino un nombre. Chéri (Querido, cuyo nombre real es Fred Peloux) se podría decir que es el personaje aunque casi todo a mi parecer lo vemos a partir del lado de su "compañera de aventuras" Léa de Lonval que a lo largo de la novela se llama simplemente Léa. A grandes rasgos me ha parecido un "Lolito" osea una versión inversa de la obra de Nabokov.
    Y quizás ese tema pueda disgustar a muchos, a mí la verdad en parte, aunque traté de verle el lado del estilo y calidad de escritora y la trama en sí, por ello no me causó tantos problemas. Léa es una cortesana parisina, podemos decir una mujer que ha vivido muchos años de su vida (pues tiene 49 años en la novela) de tener amantes de diversa clase y haber podido amasar una fortuna considerable por luego haber podido invertir adecuadamente sus fondos. Es un gran ejemplo a mi parecer en la literatura, y de hecho debe ser uno de los primeros, de una mujer totalmente liberada, no le importa estar con hombres mucho más jóvenes que ella, mantenerlos muchas veces y que la gente se entere de lo que haga. Incluso tiene un gran amor propio basado en el conocimiento que tiene los hombres, en saberse aún atrayente sexualmente para muchos de ellos y el haberse codeado con gente muy importante, teniendo amantes del ejército y algunos aristócratas. Lleva una vida bastante libertina y llena de ocupaciones mayormente mundanas.
    No doy ningún adelanto al decir que tendrá esta relación con Chéri, quien es hijo de su amiga (también mujer de muchos amantes como ella) Charlotte Peloux. Lo conoció siendo niño y hay bastante de relación "madre - hijo" si queremos ponerle un nombre lírico. Hay varios pasajes en el libro en el que nos muestra la naturaleza de esta relación que por momentos parece incestuosa:

    "Los momentos a altas horas de la noche en que, dando muestra de una gratitud casi filial, una adolescente abre por completo su corazón y derrama lágrimas, confidencias y rencores en el cálido seno de una amiga madura y leal"

    Desde luego me sorprendió aún más saber que la propia autora guardó una relación con un hombre muy joven que era su hijastro. Desde luego se puede deducir que muchas situaciones deben ser algo autobiográficas. Y es que se nota, como comentaba que por momentos parece haber una sola mirada, la de la autora, contando las características de las relaciones entre ambos.
    Léa así mismo se relaciona con la madre de Chéri que viene a ser su amiga - enemiga, y con otro grupo de mujeres algunas más ancianas que han sido cortesanas y siguen en relaciones superfluas y alimentadas por el dinero, eso también puede ser de poco agrado para cualquier lector. Pinta bien desde luego ese ambiente mezclado por momentos de opio y champagne y lleno de gustos tan mundanos.
    Por su parte Chéri, viene a estar dibujado de una manera como refiero bastante femenina a mi parecer, él es muy guapo y muy autosuficiente de sí mismo en cuanto a su facilidad para atraer mujeres, es bastante frío y parece siempre tener todo bajo control. Pero como personaje es bastante débil, impulsivo y sobre todo "niño", parece estar demasiado envanecido con su apariencia externa pero viene de una mala crianza y resulta bastante soso y pueril la mayor parte de la novela.
    La novela en general carece bastante de contexto, no llegamos a estar absolutamente conscientes del período, ni la situación histórica y menos la política; las descripciones sobre todo externas se centran en la naturaleza de la cual la autora era bastante admiradora. Tiene bastante componente sensual, no sé si erótico, porque no soy experto leyendo ese tipo de libros, pero da énfasis que debe haber resultado algo escandaloso para la época del placer que la mujer puede y desea obtener de su pareja. Léa es bastante liberal y no le importa dejar a un amante para caer en brazos de otro que valga la pena.

    "Compraré una baraja de cartas, un buen vino, hojas de puntuación para el bridge, agujas de tejer ..., toda la parafernalia necesaria para llenar un gran vacío, todo lo que hace falta para disfrazar al monstruo... a la mujer entrada en años"

    El estilo en sí no me pareció superlativo, tiene algunas buenas frases pero no llego a reconocer alguna característica dominante que me haga reconocer a la autora si leyera otro libro, me pareció por momentos un poco desordenado, esto no sé explicarlo bien pero el estilo por momentos variaba y no me pareció una obra totalmente armónica. Otro detalle es que me quedó la duda realmente en el tiempo que empieza la novela, hay por el final y en el medio algunas acciones que parecen un poco contradictorias.
    Lo que más me gustó fueron las partes "románticas" cuando Léa tiene sus ratos de vulnerabilidad (no en Chéri, porque lo hace ver más tonto y colegial de lo que ya es). Sé que esto último no puede gustar a todos porque a veces se vuelve muy repetitivo o meloso. También fue de mi agrado la intimidad que llega a tener en las escenas sexuales, aunque no todas fueron de mi gusto.
    Desde luego voy a seguir leyendo a la autora para poder tener una mejor idea de ella.

  • SCARABOOKS

    M’è capitato di leggere questo libro nella domenica pomeriggio più comico-catastrofica della politica italiana (ma temo sia solo l’inizio). E mi sono ancora una volta sentito fortunato di essere un lettore.
    Perché cosa c’è di meglio mentre fuori dei bruti inascoltabili si accapigliano a colpi di clava sotto la cintola davanti ad una pubblica opinione capace di essere peggiore di loro, che rifugiarsi in un libro così? In un mondo in cui figure d’altri tempi si misurano con mosse da fioretto ed una eleganza incantevole (nella forma e nella sostanza) attorno a problemi futilissimi come il buon vivere, l’amore, la vecchiaia, la morte. Con il dono incomparabile della leggerezza.

    Non so cosa avrei dato per poter ritrovare cambiando applicazione sul mio ipad un decimo dell’ironia e dell’intelligenza e del senso della misura che c’è dentro al dialogo (eppure cinico e ferocissimo) tra Lea e Madame Peloux.
    Questo libricino così ben scritto e ben congegnato, in cui tutte le differenze che possono separare ed attrarre gli esseri umani (di età, di intenzioni, di bisogni, di interessi, di sentimenti e di orizzonti di vita) sono ricondotte ad una logica e ad una regola di relazioni accettate e condivise, mi ha messo la tentazione di impegnarmi solennemente con me stesso a leggere almeno fino a dicembre solo libri scritti non meno di cento anni fa.
    Poi non ce la farò, lo so. Ma la tentazione è fort’assai.

  • Katie Lumsden

    A slightly odd read. I enjoyed the writing style but it didn't fully captivate me.

  • Helga

    3.5

    Make way for youth!

    The story takes place during the Belle Epoque in Paris and explores the relationship between well-to-do 49 year old courtesan at the end of her successful carrier who constantly frets over aging and a 25 year old man who is besotted with older women, jewelry and easy life.

  • David

    La femme mûre. The older woman. Quel âge? Forty-nine. Call her Léa. He calls her Nounoune.

    Le jeune homme.* The young man. Âge? Twenty-five. Call him Fred Peloux. She calls him chéri. Mon chéri.

    Léa has known Fred since his childhood, a friend of his mother, Charlotte Peloux. For the last five years Léa has been more than a friend. A lover. But now Fred must marry Edmée. She is nineteen. Mother arranged it. A marriage of money. Connections. That sort of thing.

    As the saying goes, “II y a du fromage à la crème.” He is the cream cheese with a young wife and even more money. Life is grande. Except for Léa. Now she is a spurned woman. She leaves for the south. Six months should do. Get away from all this messy stuff. Sort out her head and, well, look for another man. Why not. She isn’t getting any younger and she is a courtesan. Say no more.

    Fred? He quickly realizes that he misses Léa. His young wife is just too young. She is jealous of his old life. They fight. Many tears are spent. Very quickly things fall apart. He needs to get away from his wife. He goes out with a friend Desmond. They party. Drugs and women are involved. It’s so much fun that he is gone for three months? Edmée is patient. Something just seems wrong.

    Love conquers all. Or is that sex? Can our two (three?) lovebirds stay away from each other? I think you can see where this is going. I won’t spoil it but it ends rather… what is the right word? Oh just read it for yourself. Let me know what you think?

    *Le jeune homme is the title of the most recent novela by Annie Ernaux, who made reference to this 1920 novel by Colette. I couldn’t resist reading it. BTW, there is a sequel, La fin de Chéri, published in 1926. One must find out how it really ends, although with the title like that, I can see the writing on the wall. Ha ha.

  • Rebecca

    My first time trying Colette. The novella, set in the Paris suburbs, circles the relationship of Léa de Lonval, an ageing courtesan, and Frédérick Peloux, her handsome, supercilious lover boy (“the set of his head! quite a statue! But what a little beast he is! When he laughs, you’d swear it’s a greyhound snarling!”). Although they’ve been together for six years, the young man, whom she simply calls Chéri (“dear one”) is just 25 – about half her age. When Chéri’s mother arranges a financially beneficial marriage for him, he and Léa convince themselves that it means nothing, but later question whether they’ve lost their one chance at true love.

    These are both aloof characters who sometimes have trouble accessing their emotions (“My temperature’s normal, so it’s nothing physical. I see. I’m just unhappy,” Léa realizes; “Well, why shouldn’t I have a heart like everybody else?” Chéri asks). To what extent is Léa a replacement mother figure for Chéri? Does love always entail possession and a loss of freedom? These psychological questions and the complex characters held my interest, though in the end the story is fairly thin. (I find that I often say this about novellas, which makes me sound like I lack imagination, but it’s a conclusion that doesn’t just have to do with a book’s length; some novellas, like
    Silk and
    Ghost Wall, cram tons into their low page count.) I’d read more by Colette: her memoirs come recommended, for instance.

    [P.S. Oh no! There’s a sequel!!]

  • Nigeyb

    I read this book in readiness for a group discussion. There are lots of positive reviews around so clearly many readers have found much to enjoy. I found nothing to enjoy, indeed I thought it was one of the worst books I have ever read and give it one star - a rating I have never used before.

    The basic plot is very straightforward (and, as it was on cover of my edition, I don't think the story is meant to be the point): 25 year old Chéri (real name Fred), the son of a wealthy courtesan, has been in a long term relationship with 49 year old Léa, a friend of his mother. Chéri gets married, stops seeing Léa, misses her, and goes back to her. There's a bit more to it but that's it in a nutshell.

    The story is described in a deadpan manner, all surface and appearance. There is no reference to the characters' emotions or inner lives. There's not even any sex scenes - not that I wanted any, I just wondered if this was part of the book's appeal.

    It reminded me of a sumptuous, soft focus television advert for chocolates where wafty material is gently blown by the breeze from an open window, whilst glamorous, insecure, well dressed characters lounge around.

    This is luxury's disappointment writ large - a joyless, shallow, petty world where spoiled, vapid characters occupy boudoirs, wear silk and satin, pearls and call servants, whilst boring themselves and each other - and it left me waving the white flag at page 64 (of a total of 122). Despite being mercifully short I still couldn't get through the whole book. I did read the last few pages just to see how it ended.

    One positive is that I now know I have no interest in the pre-World War 1 Parisian demimonde. As I stated at the outset, many readers rate this book highly, however there was nothing here for me.

  • Jenny

    This book is so wonderfully written. The dialogue is too realistic; it's painful to read the conversations between Chéri and Léa and between Chéri and Edmée. Colette's treatment of relationships is excellent. She builds the characters and their interactions with each other quickly. This book is less than two hundred pages, yet I feel like I've known Charlotte, Léa, Chéri, and Edmée. I understand their world, why and how they are the way they are with each other. The last ten pages are the best for me and the most heart wrenching. When two people who love each other have been away from each other for months, the first feeling is relief to be back together, joy and pleasure. But then, reality settles in. How have they changed or not changed over the course of three months? Sometimes, just by being away from each other, out of context, they change because the world around them has changed.
    What I love most about this book is that it's less a story and more a portrait of a relationship. To see the evolution of Chéri and Léa’s relationship is beautiful and sad. The thing I love next most (that's awkward...) is the tone of the book. I'm not fluent in French, so I didn't understand every single word I read. Yet, I didn't want to keep stopping to look up words or phrases. I wanted to read and absorb the story as I could with my knowledge of French, and I was really able to understand a lot through the tone of Colette's writing. It's nostalgic and deeply sad yet also lovely and bittersweet. That really allowed me to understand the characters and their connections to each other without understanding every word. I found the dialogue in this book much more moving than the narrative. Colette's descriptions are lovely and vivid, but when the characters speak to each other, her writing really comes alive. I found myself reading aloud (to practice my pronunciation) with feeling, really getting into the emotions behind the words. The arguments are passionate and display the chemistry between the characters in a way that not all writers can master.
    I'm glad I read this book in French. There's something very expressive about an "Ah, la la!" "Eh, bien," "hein," "Ta ta ta" that just couldn't translate into English. Or a switch in the use of "tu" versus "vous." There's a lot of shrugging of "Les épaules" that only the French can turn into another mode of self expression more effective than "Les paroles." But I can imagine that the tone and the nuances of the relationships would translate.
    Overall, I recommend this book very highly.

  • Teresa

    Publicado, pela primeira vez, em 1926, Chéri é das obras mais famosas de Colette. Conta a história da relação amorosa entre Léa - uma cortesã, a rondar os cinquenta anos, - e Chéri, vinte cinco anos mais novo, o filho de uma "colega".
    Normalmente, estas ligações "dão para o torto", mas Léa tem sempre um comportamento exemplar; o moço nem por isso...

    Gosto muito de Colette (este é o terceiro livro que leio e todos mereceram as cinco estrelas). Mas não sou a única; Chéri faz parte da lista dos quinze livros favoritos de Philip Roth.

  • Paula Bardell-Hedley

    …she lunched in solitary bliss, with a smile for the dry Vouvray and for the June strawberries, served with their stalks, on a plate of Rubelles enamel as green as a tree-frog after rain.”
    Sidonie‐Gabrielle Colette (1873-1954), the author widely acknowledged as the first literary feminist (though she always insisted on her political antifeminism), based much of her fiction on personal memories. She wrote this novella as she was turning 47 and it is rumoured to be based on her own experiences.

    Chéri is the pet name for Fred Peloux, a thoroughly spoiled, petulant and idle 25-year old man-child, described as having “hair with the blue sheen of a blackbird’s plumage” and with a penchant for pearls. His 49-year-old mistress, Léa de Lonval, is a “richly kept courtesan”, still beautiful but nearing the end of her “successful career”.

    This absurdly moody playboy is the son of Léa’s friend-cum-rival, Charlotte Peloux, and she has devoted her middle years to furthering his erotic education. Their relationship could hardly be described as romantic in the fluffily over-sentimental sense of the word, and they frequently glare at each other with “open hostility”, but both in their own ways are devoted to each other – she captivated by his youthful ardour and beauty, he beguiled by her passion and worldly sophistication. It appears to me their affection stems from a combination of sexual desire and maternal longing.

    After six years together, the time has come for Chéri to commit to an advantageous marriage, leading the lovers to realise how deeply connected they have become. Their relationship must now end but secretly neither one of them wants this to happen. As we follow them through the final few weeks of their affair, it becomes apparent their bonds will not easily be severed.

    Chéri is something of cautionary tale in that it exposes the tragedy of self-delusion and the cruelty of time. Colette described it her most “moral” work, and critics aplenty have declared it a masterpiece – indeed, no one could deny it was one of her most ambitious works. It was, however, considered scandalous in its day.

    Penned in Colette’s typically impressionistic style, this opulent Belle Époque-steeped tale depicts the city during one of its most glamourous, culturally exciting periods – an era so far removed from our current life under lockdown, it may as well be set on a different planet. The novel is a witty, sensual, perceptive, and psychologically shrewd account of middle-age indulgence, which transports one to the salons and boudoirs of turn-of-the-century Paris.

    Published in France in 1920, my 2001 Vintage edition was translated by Roger Stenhouse. It was followed by a sequel, La Fin de Chéri (The Last of Chéri), in 1926.
    “I’ve had other naughty little boys through my hands, more amusing than Chéri, more likeable, too, and more intelligent. But all the same, never one to touch him.”

  • Silvia

    4,5*

    Chéri ha sido mi primer Colette, a él he llegado un poco a ciegas debido a una manía que estoy desarrollando como lectora que consiste en no leer las sinopsis de los libros que quiero leer. Este libro me entró por los ojos desde el momento en el que vi la cubierta, no puede ser más bonita.

    La autora era para mí una auténtica desconocida hasta que en el Club Pickwick fue propuesta hace ya unos años como lectura del bimestre la novela Gigi. Desafortunadamente no salió elegida y doble infortunio fue no tener la novela traducida en castellano. Como tenía mucha curiosidad por conocer a esta mujer singular que además de escritora había sido actriz, bailarina y miembro de la Real Academia de Bélgica entre otras muchas cosas, decidí empezar mi andadura con Chéri, una novela corta publicada por la editorial Acantilado.

    Chéri nos plantea una relación entre un joven caprichoso, maleducado y egoísta y una mujer madura, con una buena posición económica, muy calculadora y con una larga lista de conquistas a su espalda. Esto me parece toda una novedad ya que solemos encontrarnos en la literatura esta situación a la inversa, además hay que tener en cuenta que la novela fue escrita a principios del siglo XX.

    Léa, es una mujer experimentada en el amor y en los juegos de seducción y en un determinado momento se deja llevar por los encantos de su joven y apuesto protegido. Ambos comienzan así una relación pasional e interesada que debe terminar cuando el joven decide casarse con la joven Edmée, revelando hasta qué punto se encuentran los amantes implicados sentimentalmente. Me ha encantado como se va desarrollando la relación entre los protagonistas, como van cayendo en el abismo y se van perdiendo hasta llegar al desenlace.

    Si hay algo que caracteriza a esta novela es la sensualidad que desprende, Colette habla del placer y de la pasión con un gusto exquisitamente delicado. Me ha encantado el retrato que hace la autora de esa alta sociedad parisina de principios del siglo XX, tan snob y libertina, tan despreocupada para algunas cosas, tan disoluta y tan preocupada al mismo tiempo de las apariencias.

    Otro rasgo a destacar es como la autora describe cada detalle, desde las prendas que visten sus personajes, pasando por las cortinas, la cama o el aroma de las flores en la estancia.

    Colette ha sido todo un descubrimiento, espero que en algún momento rescaten el resto de sus novelas del olvido. Ante todo, espero ansiosamente la traducción de la segunda parte de Chéri que promete ser aún más interesante que la primera ya que vemos que será de Chéri y Léa tras la I Guerra Mundial y qué cambios se producen en los personajes.

  • Angela


    Le cœur n'a pas de rides, il n'a que des cicatrices. Colette

  • Loulou11

    Beaucoup de mal à entrer dans l’histoire mais c’était probablement dû au moment que j’ai (mal) choisi pour commencer ma lecture.
    La plume de Colette me plait toujours autant, les dialogues sont vifs, réalistes, on s’y voit. On s’attache ou on déteste les personnages, et la satire de la société mondaine de l’époque est réussie. A quand le prochain? 😉

  • Sita_belen

    Chéri ha sido mi primer acercamiento a la obra de Colette y pasará sin pena ni gloria entre mis lecturas de este año.

    Tenía unas expectativas brutales teniendo en cuenta el personaje que fue, la libertad con la que escribía y lo escandalosa que fue su vida. Pero sin llegar a disgustarme no ha sido un libro que me haya fascinado.

    Chéri es el protagonista de esta corta novela, un joven, rico, caprichoso e inexperto chico de unos 20 años que mantiene una relación con Lèa una cortesana de unos 50 años, con grandes conocimientos en los juegos de seducción y con un experimentado recorrido amoroso. Ambos viven apasionados y sensuales encuentros durante años despreocupados de cualquier obligación hasta que deciden ponerles fin.

    Me ha gustado mucho el curso que toma la novela y, en especial, la de los personajes a partir de ese momento crucial en la obra. Ya que cada uno de ellos, aún creyéndose libres de cualquier sentimiento, toman diferentes caminos y distinta forma de asimilar sus nuevas vidas.

    La autora nos muestra cómo afectan las relaciones a cada uno, dependiendo de sus situaciones, de su edad, de sus intereses, de su nuevo entorno y a pesar de la idea inicial que uno pueda llegar a tener. Todo esto está bien y la época es una maravilla. Pero ni los años 20 han podido conquistarme entre tanta banalidad y superficialidad. Una excelente representación de la alta sociedad parisina de aquellos años que a mí me ha resultado anodina y, en algunas ocasiones, aburrida.

    Igualmente, creo que volveré a intentarlo con la autora más adelante.

    2'5⭐️

  • Antonio Fanelli

    Cheri e Lea sono due personaggi splendidi la cui relazione Colette racconta dapprima con leggerezza e poi con toni sempre più drammatici senza mai perdere ritmo e passione.
    Anche i personaggi secondari non restano mai nello sfondo.
    Non ci sono buoni e cattivi, solo innamorati che soffrono e maturano e decidono dopo tormenti raccontati con una sapienza scientifica.
    Non una parola di troppo.
    Una lettura dolorosa, ma al contempo deliziosa.

  • Paula

    “A Chéri lo puedes salvar una vez, pero no dos”

    En ocasiones leer a #Colette es como acariciar terciopelo o pasar la mano lentamente por las prendas de lencería de satén colgando en un perchero. Su estilo narrativo es sensual, atrayente, emocionante y prometedor. Colette promete una aventura inolvidable y, en los tres libros que he leído de ella, ha cumplido. Colette es la primera y tímida minifalda que se pone una mujer en su vida, tímida en apariencia pero totalmente sugerente. Es como un canto de sirena.

  • Lolotte919

    (4.5)

  • Emanuela

    È il primo libro che leggo di Colette e lo chiudo con un meh.
    Ambientato in una Parigi Liberty è tutto incentrato intorno alle due figure dei protagonisti.
    Una è Fred, detto Cheri, giovane ragazzo bambinone e mammone, abituato ad averla sempre vinta e ad avere tutto quel che gli pare, sia a livello economico che con le donne, grazie al suo meraviglioso aspetto.
    Ma proprio per questo motivo la relazione con Lea, donna molto più grande di lui, è l’unica costante della sua vita, l’unica parte delle sue giornate di cui non riesca a fare a meno senza provare uno struggente senso di perdita, l’unica che riesca a fargli provare qualcosa di reale, un sentimento vero, perché lei è l’unica capace di tenergli testa e di non dargliela mai vinta, non facendogli riconoscere mai i suoi sentimenti.
    Ma sarà di questo che lei in chiusura dovrà pentirsi, quando si renderà che è troppo tardi, che ha sacrificato la sua vita, i suoi anni, la sua esistenza, per sentirsi forte e superiore, pur di comandare lei il gioco e di non ammettere di aver bisogno di nessuno, dovendosi però arrendere suo malgrado allo scorrere inesorabile del tempo, che lascia su di lei i segni.

    Durante la lettura di tutto il libro ho vissuto un crescente senso di angoscia, anche se a un livello superficiale il racconto sia molto frivolo, tutto fatto di lussuria, salotti nobili e belletti, viaggi e piaceri.
    Il livello del non detto, del sottinteso, è però quello che invece risulta essere l’opposto di ciò, tutto focalizzato sulla fuggevolezza dei momenti e dei periodi, sullo scorrere, scivolare via eternamente inafferrato.
    Per Cheri si tratta di ciò che è veramente importante per lui, ciò a cui tiene veramente, ma che non riesce a riconoscere in tempo e che decide di perdere incapace di crescere e assumersi la responsabilità di una scelta, o forse, invece, pur di fare finalmente una buona volta una scelta nella sua vita decidendo di assumersele e di non ferire più altre persone.
    Per Lea invece si tratta del tempo, dei segni che lascia sul suo corpo in maniera indelebile, della bellezza che sfiorisce, delle apparenze che mutano, che non sono per sempre, e che lasciano il vuoto se non c’è altro di più profondo a restare, quello che invece lei ha lasciato andare troppo a lungo, troppo concentrata su altri aspetti più frivoli, su abiti, trucchi e capelli, per mantenere intatta la sua immagine di femme fatale, autonoma e indipendente. Quindi forse, a guardar bene, si tratta anche per lei di non aver riconosciuto ciò che era veramente importante finché non è troppo tardi.

    La nota sull’Autore mi ha svelato qualcosa in più riguardo la scelta di un tale argomento che trovo, per quanto oggi quanto mai attuale nella nostra società, certamente precursore ai tempi, ma che, nonostante ciò, non avrei mai scelto come tema di un libro.
    Il fatto che abbia instaurato una relazione con il giovane figlio di un suo marito, anche se fatta risalire a un momento successivo all’opera, lascia comunque l’interrogativo su quanto di autobiografico ci sia nella protagonista e dei conflitti interiori vissuti da questa.

    Avrei potuto definire lei come una milf e lui come un toy boy, a seconda della prospettiva, ma non è quello sessuale l’aspetto qui prevalente.
    Ed il finale rende questo ben evidente, non potendo essere più azzeccato di quel che è, seppure struggente e ancor più angosciante, ma degno culmine per aver imboccato le strade sbagliate.

  • Bettie




    http://www.bbc.co.uk/programmes/b009j9hs

    Description: Léa de Lonval is an aging courtesan, a once famous beauty facing the end of her sexual career. She is also facing the end of her most intense love affair, with Fred Peloux—known as Chéri—a playboy half her age. But neither lover under-stands how deeply they are attached, or how much life they will give up by parting ways.

    1/5. After a six-year affair, Cheri announces to Lea he is about to enter into an arranged marriage.

    2/5. Lea has to face the harsh reality of her young lover Cheri's marriage to another woman.

    3/5. Cheri returns from honeymoon dissatisfied, yearning to know where Lea has fled.

    4/5. Lea has returned to Paris, lonely and yearning for her young lover Cheri. Mme Peloux, Cheri's mother, brings news of him.

    5/5. Cheri has returned to Lea, but can their love affair survive?

    Narrator ...... Lindsay Duncan
    Cheri ...... Joseph Millson
    Lea ...... Frances Barber
    Madame Peloux ...... Brigit Forsyth

    3* The Cat
    3* Gigi
    CR Chéri

  • Aprile

    Parte sfrontato, arriva dolcissimo e profondo
    Come mi è piaciuto! E questo nonostante le prime trenta-quaranta pagine che trovavo superficiali e che mi ricordavano Jezabel della Némirovsky (naturalmente scritto dopo, ma da me letto prima). Grande prosa, grande incalzar dell’emozione. E’ l’analisi della crescita – o meglio, dell’evoluzione - dei due protagonisti, lei quarantanovenne di splendide attrattive – ma le righe del collo non si possono nascondere – e lui, bellissimo ragazzo della metà dei suoi anni. Due esseri, due ricchissimi cigni superficiali fino a quel momento, ma poi contemporaneamente sperimentanti il dolore, mai conosciuto prima, e riconoscendolo come dolore derivante dalla loro separazione, e quindi riconoscendo anche l’amore fino ad allora tenuto inespresso, mascherato come capriccio. Quindi dolore e finalmente amore e ricongiungimento, ma… ma il terzo tema di questo breve romanzo è lo scorrer del tempo, l’allontanamento dalla gioventù e l’avanzare dell’età che porta all’esito finale. Non posso riportarlo, ma magistrale è l’ultimo paragrafo. Che sollievo, ragazzi! Quando l’attrazione non basta, quando l’amore non basta se non si arriva ad urlarlo al mondo, ma allora, che non sia amore?

  • Romelina

    Esta es una una historia muy diferente a lo que acostumbro leer. Colette no deja de sorprenderme con su prosa libertina, que nos presenta mujeres vanidosas y calculadoras pero al mismo tiempo dotadas de una gran emotividad que te llevan por historias en las que no sabes muy bien que esperar. Sin duda seguiré pensando en Lea (la protagonista de esta novela corta) por un buen rato.

  • Faisal s

    قرأت اول ١٠٠ صفحة والحقيقة كل ما تخطيت صفحة زدت تشوشاً
    لم استطع استيعاب الأحداث
    هل الاختلاف الاجتماعي هل الأسلوب السبب لا اعلم
    ولكن لم أتأقلم مع الرواية بتاتاً
    ولذلك توقفت وجعلتها بلا تقييم .

  • Charlotte

    Le style d’écriture m’a déplu. J’ai trouvé l’histoire pas très passionnante, voire un peu lassante par moment. Je ne me suis pas particulièrement attachée aux personnages que je n’arrivais d’ailleurs pas à cerner.
    Malgré cela, j’ai pris plaisir à lire les 70 dernières pages.

    2.5 ★

  • Sass

    « Mais il lui tendit les bras, ouvrit ses belles mains incertaines, renversa une tête blessée et montra entre ses cils l’étincelle de deux larmes, tandis qu’il murmurait des paroles, des plaintes, tout un chant animal et amoureux, des « chérie... », des « viens... », des « plus te quitter...», un chant qu’elle écoutait penchée et pleine d’anxiété, comme si elle lui eût, par mégarde, fait très mal »

    Roman sulfureux publié en 1920, Chéri de Colette, présente la liaison entre une femme de cinquante ans, Léa, ancienne courtisane, et du fils d’une de ses amis, Fred Peloux, jeune homme de 25 ans, qu’elle appelle affectueusement Chéri. C’est une relecture pour moi, car j’avais la sensation d’être passée à côté lors de ma première lecture l’année dernière, et c’était effectivement le cas. J’ai découvert la beauté de ce court roman.

    Écrit avec élégance et poésie par une femme, ce roman met à l’honneur la féminité, une féminité presque exacerbée, le décor du roman étant à de multiples reprises le boudoir fortement décoré de rose de Léa, quasiment tous les protagonistes sont des femmes, et des femmes libres pour l’époque. Elles ont un certain âge et ne sont pas mariées, ont plusieurs aventures avec des hommes, sur qui elles ont un certain ascendant, sont indépendantes financièrement, ont beaucoup d’interactions entre elles dans le roman, qui se démarque par son nombre important de dialogues. Dialogues très réussis car ils sont naturels et authentiques, ces femmes ne sont pas caricaturées, elles sont complexes et ambigues.
    C’est le cas de Léa. En effet, Colette montre la finesse psychologique de sa plume avec le personnage de Léa. Chéri est un roman sur la vieillesse, mais surtout sur le fait de vieillir pour une femme, ce qui permet de magnifiques passages sur la vieillesse, l’ennui qui l’accompagne, sur l’évolution du corps de la femme, des passages qui sont criants de vérité et de justesse.
    Mais Chéri c’est surtout un roman d’amour, sur une histoire d’amour presque tragique, qui ne dit pas tout, qui est dans le non-dit. Chéri et Léa sont soumis aux hardiesses du langage, surtout Léa. Il s’agit aussi de savoir laisser partir, de réussir à quitter une personne qu’on aime profondément, de la laisser prendre son envol.

    En bref, j’ai adoré ce roman, et je compte me lancer dans La Fin de Chéri, suite de Chéri, dans les prochaines semaines.

  • Laura

    Free download available at
    Project Gutenberg.

    From BBC Radio 4 - 15 Minute Drama:
    Colette's tale of a love affair between a courtesan and a man half her age, set in Paris before WWI.

    1/5. After a six-year affair, Cheri announces to Lea he is about to enter into an arranged marriage.

    2/5. Lea has to face the harsh reality of her young lover Cheri's marriage to another woman.

    3/5. Cheri returns from honeymoon dissatisfied, yearning to know where Lea has fled.

    4/5. Lea has returned to Paris, lonely and yearning for her young lover Cheri. Mme Peloux, Cheri's mother, brings news of him.

    5/5. Cheri has returned to Lea, but can their love affair survive?

    Narrator ...... Lindsay Duncan
    Cheri ...... Joseph Millson
    Lea ...... Frances Barber
    Madame Peloux ...... Brigit Forsyth

    Directed by Pauline Harris.



    http://www.bbc.co.uk/programmes/b009j9hs