Title | : | La situazione è grammatica |
Author | : | |
Rating | : | |
ISBN | : | 9788806215880 |
ISBN-10 | : | 9788806215880 |
Language | : | Italian |
Format Type | : | Paperback |
Number of Pages | : | 136 pages |
La situazione è grammatica Reviews
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Volevo un libro che compiacesse il grammar nazi che è in me, ho incontrato invece un professore di italiano illuminato che prende atto della modifica quotidiana di una lingua vivissima come è l'italiano. Ovviamente ha ragione: quelle stesse regole che sembrano oggi immutabili sono il risultato di modifiche che si sono imposte partendo dalla lingua parlata, speso e volentieri dalla massa.
Scoprirete che anche le maestre, in un certo senso, mentono. Alle elementari ho imparato che i plurali di -cia e -gia diventano -cie e -gie se la c/g è preceduta da vocale nel singolare (ciliegia ->ciliegie), altrimenti si scrivono -ce e -ge (provincia -> province). Bene, non è così: la regola originò come semplice consiglio per uniformare e semplificare un lingua che ama le eccezioni. Ho poi dovuto ammettere di peccare del nordico "piuttosto che" e ho gioito dell'elogio al punto e virgola in uno degli ultimi capitoli. Ho annuito nel leggere di giornalisti ridondanti e mi sono sorpresa nell'apprendere che l'errore "chiamo all'insegnate (alla mamma, al papà, a mio cuggino)" ha un precedente illustrissimo in Dante Alighieri.
I capitolo sono molti, veloci e divertenti. Uno tira l'altro ed è difficile interrompersi. Consigliato agli italiani innamorati della propria lingua -
Un libro intelligente, con un titolo geniale, scritto in modo brioso e acuto, capace di strappare sorrisi e far riflettere su alcuni dei più grossolani errori ortografici (e non solo) di noi italici. Un libro che va consigliato ai ragazzi del liceo, stretti nella morsa dell'insegnante austera e liberi come farfalle nelle chat.
Eccellente il capitolo sul piuttosto che come disgiuntivo, oramai abusato.
De Benedetti ci ricorda che la grammatica non è affatto una scienza immobile, ma al contrario essa muta continuamente. Pertanto, ciò che oggi sembra una follia – tipo qual'è con l'apostrofo – fra cinquant'anni, magari, non lo sarà più.
Ma intanto, ammonisce, continuiamo a combattere coloro che l'apostrofo lo utilizzano lì dove non dovrebbe andare. Lì, con l'accento. Non con l'apostrofo. -
Un saggio sulla lingua italiana in un tono leggero, sì, ma rigoroso, che porta ad amare la lingua, pur con le sue complessità e la sua irragionevolezza. Non è il solito lamento sui bei tempi andati: è la celebrazione della vivacità di una lingua che cresce e cambia con quelli che la parlano :)
Non nasconde i rimproveri per gli errori che si commettono, ma con il sorriso e lo sfottò fa in modo che non si dimentichino facilmente :) -
Un libro per riflettere, a volte anche con il sorriso sulle labbra, sulla nostra lingua e sul suo stato di salute che, a detta dell'autore, giornalista e linguista, versa in una situazione la quale, ben lungi dal poter essere giudicata drammatica, è, anzi, sintomo di una vitalità costante. Nel corso del libro ci vengono presentati casi linguistici di vario tipo. Errori che sono tali solo perché l'evoluzione continua della lingua non li ha ancora sdoganati; casi di espressioni che, se ad uno studente liceale del nord possono far storcere il naso e provocare un attacco di riso convulso, scendendo un po' più a sud lungo il nostro stivale diventano, non solo plausibili ma addirittura perfettamente corrette e molto, molto altro.
Una lettura illuminante che, ne sono certo, sarà fonte di piacevoli quanto impreviste scoperte per voi come lo è stata per me. Quindi forza, lasciatevi affascinare da questo intrigante e interessantissimo libro! -
“Piuttosto che” il solito romanzo....
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Leggero (fin troppo) e con qualche imprecisione...
...del resto in questo libro si parla di errori.
La lettura è scorrevole, un testo palesemente divulgativo utile per un ripassino leggero leggero di grammatica. Il target è quello del neofita, prova ne sia il fatto che sin troppe volte l'autore dubiti che il lettore conosca le cose (a distanza di una sola pagina addirittura dubita che questo abbia mai sentito parlare di Jakobson e che sappia cosa è una catafora), ma vabbè. Più che altro ci sono un paio di errorini fastidiosi: se quello tra pagina 100 e 101 in cui un "a me non convince" si trasforma subito dopo in un "a me non mi convince" è probabilmente frutto di una svista, ciò che mi ha lasciato perplesso è quello che è scritto a pagina 67. Si tratta del capitolo sui prestiti da altre lingue e sul fatto che in Italia si tenda a declinare al plurale quando non si dovrebbe: il problema è che viene fatto anche l'esempio della parola inglese "news" che è uncountable e quindi neanche in inglese va declinata e andrebbe sempre usata al singolare ("news IS", non "news ARE"). Quindi l'autore quando dice che "nel caso di news e di rumors [qui invece ha ragione], addirittura, la forma plurale viene abitualmente usata anche per il singolare", mi sa che si sta sbagliando di grosso (quindi la frase presa come esempio, "una news di calciomercato" è corretta). Non so, con questa cosa a me 'sto libro è sceso un bel po'... -
Divertente pamphlet sulla grammatica italiana, sulla sua genesi, mutazione e stato dell'arte, indirizzato a un pubblico di giovani, divisi nel loro contatto con essa, fra scuola superiore e web. Nel suo ammiccare al lettore ideale perde un po' in autorevolezza, ma finisce sempre per insegnare qualcosa anche a chi è fuori dal target del libro.
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Divertente e veritiero, la lingua è in continua evoluzione!