Urzeczeni śmiercią by Svetlana Alexievich


Urzeczeni śmiercią
Title : Urzeczeni śmiercią
Author :
Rating :
ISBN : 8372279012
Language : Polish
Format Type : Paperback
Number of Pages : 175
Publication : First published January 1, 1993

"Urzeczeni śmiercią" to wyznania o samobójstwach, jakie nastąpiły po rozpadzie ZSRR. O powodach targnięcia się na życie mówią samobójcy, których zdołano odratować, albo najbliżsi tych, których uratować się nie udało.

Samobójstwa starych komunistów można jeszcze zrozumieć, skoro zawaliło się wszystko, w co wierzyli i czemu poświęcili życie. Ale kiedy próbuje skończyć ze sobą kobieta urodzona w łagrze i wychowana w domu dziecka? Ale samobójstwa ludzi młodych, którzy nie widzą dla siebie przyszłości na zgliszczach imperium, oskarżających starsze pokolenie, że przekazano im niewolnictwo we krwi?


Urzeczeni śmiercią Reviews


  • Ilse

    “There is only one really serious philosophical question, and that is suicide”
    (Albert Camus, The Myth of Sisyphus)

    Glancing through my tiny collection of books about death, suicide and grieving, safely put out of sight and reach not to frighten off innocent guests or my children, I was caught off-balance stumbling across a book by Svetlana Alexievich dating from 1993, In de ban van de dood (Enchanted by Death). I had completely forgotten it was there for about 20 years, standing next to a photo-book on cemetery art, Aries’s
    The Hour of Our Death, some poetry anthologies, Alvarez’s
    The Savage God: A Study of Suicide, Jeroen Brouwers
    De laatste deur: essays over zelfmoord in de Nederlandstalige letteren, a book with essays on Dutch and Flemish writers who had committed suicide, and a few other mostly unread books.

    Departing from the shockingly high suicide statistics in Russia in the proximate aftermath of the disintegration of the Soviet Union, Alexievich quotes from Nikolai Berdyaev’s essay about the many suicides in the Russian emigration in the wake of the revolution, ‘On Suicide’ (1932): ‘Suicide as an individual phenomenon has existed in every period of time, but sometimes it becomes a social phenomenon’ - which brings to mind Emile Durkheim’s conclusion in his famous sociological study from 1897 – labelling suicide in post-Soviet Russia in addition a ‘political phenomenon’, relating it to the disintegration of the former Soviet Union.

    d30f3ef48667c5b0b5106f83baafbe2c

    In her characteristic documentary style, Alexievich voices this phenomenon of despair by interviewing a cross-section of Russian society representatives: men, women, varying in age from teenager to octogenarian, a refugee, a daughter of camp victims, a CCCP party member, a WWII veteran - all having tried to commit suicide or having been close to someone who did successfully – all people unable or unwilling to adapt to the new situation, finding their scheme telling how to live destroyed, living in a state of ‘Umwertung aller werte’, experiencing the collapse of their world, unable to find meaning in life after the annihilation of their ideas and ideals – not knowing how to live in freedom and how to think for themselves – living in the fear of freedom (Erich Fromm).

    e09d4a0a6454721e8aecf07bbd10a7f7

    Alexievich confines herself to write down these gripping testimonies in all their nakedness. She adds no analysis or commentary, no personal observations, justification or explanation, apart from her short introduction to the 11 despositions she collected here.

    ff3a9929a645f541c450d0dd3c529662

    Since Alexievich has recycled every story featuring in this book in her more recent book
    Secondhand Time: The Last of the Soviets which I happen to have read before this one, I refer to the more extensive review I wrote about
    Secondhand Time: The Last of the Soviets. If you consider to read
    Secondhand Time: The Last of the Soviets or did so already, you will find out that only a small part of the introduction to
    Ensorcelés par la mort turns out to be diverging from the introduction to
    Secondhand Time: The Last of the Soviets. If you’d wish to get acquainted with her humane and non-judgemental approach but feel reluctant to read the dense
    Secondhand Time: The Last of the Soviets (and the fact this isn’t translated into English (yet) isn’t an obstacle), you could head for this short but disconcerting book.

    e3dc48a978c1018f75757249a89b08d1

    What about the suicide rates in the present-day Russia? The good news is that suicide rates in Russia dropped recently , becoming now more ‘average’ in comparison with the rates of other countries (rates in my home country, Belgium, are ‘dismally high’ according to the WHO). The suicide rate peaked at around 40 per 100,000 people in the mid-late 1990s; in April 2016 the rate fell to 15.4 suicides per 100,000 citizens, the lowest level in 54 years. The bad news is the huge discrepancy between the rates in the regions ( (
    https://themoscowtimes.com/news/russi..., February 10, 2016) and the high suicide rate amongst Russian teenagers (
    https://themoscowtimes.com/articles/s...).

    4f9a3099a671b03e70497378722f533e

    Intrigued by the photograph on the cover of the Dutch version, I came across the stunning black and white artwork of the Russian photographer Igor Moukhin, inspiring me to insert some of his photographs, which magnificently capture the atmosphere of the world lost to Alexievich’s interlocutors.

  • Orsodimondo

    FIGLI DI UNA GRANDE ILLUSIONE O VITTIME DI PSICOPATIA DI MASSA?



    Sono loro le persone che ho ascoltato, proprio loro, quelle deluse e troppo deboli per adattarsi. Che cosa possedevano? Solo la fede in un avvenire radioso, e adesso non hanno neanche quella. Sono disposti a rinunciare a tutto, sono abituati a vedersi defraudare continuamente di qualche cosa. Ma c’è qui un mistero che inquieta: darebbero il loro ultimo pezzo di pane, la vita stessa, purché si rendesse loro la fede! Sono di nuovi pronti a tornare a vivere nell’illusione, ma non vogliono tornare alla realtà. La tentazione dell’utopia… L’insondabile magia nera delle sublimi menzogne…



    Terzo romanzo-inchiesta, o romanzo-documentario, della giornalista bielorussa futuro premio Nobel per la letteratura a essere tradotto e pubblicato in italiano.
    Ma l’ordine originale di pubblicazione è diverso: questo segue Ragazzi di zinco di due anni, ma precede di quattro Preghiera per Černobyl'.

    Avendoli letti e molto apprezzati tutti e tre, devo dire che questo affronta l’argomento che a me affascina di più: come hanno reagito i sovietici al crollo dell’URSS, come ha reagito il cittadino, l’uomo comune del grande impero sovietico alla fine di quella realtà?
    Per quanto Černobyl' sia una tragedia che dal ventesimo secolo sconfina nel terzo millennio, senza che si riesca bene quando saremo davvero in grado di arginarla – per quanto la guerra in Afghanistan sia madre di molte guerre che hanno generato una micidiale miscela esplosiva che ora più che mai minaccia il mondo intero - la fine della Grande Utopia, il crollo del socialismo sovietico – che qualcuno identifica col comunismo tout court – per me è l’argomento più ammaliante dei tre.



    Come sempre Svetlana Aleksievic impegna tempo per la sua ricerca, due anni per completare il libro. E come sempre dà voce ai protagonisti anonimi, alla gente comune:
    Non un coro, come è stato altre volte, ma singole voci solitarie.
    Il raggio dei suoi incontri è ampio, e la sua scelta si conferma vincente. Perché accanto a testimonianze mirate, raccolte con impegno e professionalità, Aleksievic accompagna preparazione e studio del quadro generale.
    Lungi dal suo metodo mettere un microfono sotto al primo incontrato per strada o al bar, assemblare queste voci, e pensare di fare inchiesta, o addirittura Storia.
    Gli ex combattenti, i funzionari di partito, le casalinghe, i medici, le studentesse che si buttano dalla finestra, si impiccano, si bruciano vivi o si avvelenano, sono tutti figli della stessa storia, della stessa illusione, della stessa fede; incapaci di vivere senza utopia e senza comunità, tragicamente soli di fronte alle proprie responsabilità e al proprio vuoto interiore.



    I figli di una grande illusione o le vittime di una psicopatia di massa?
    Con acume e sensibilità Aleksievic sottolinea quanto la storia sovietica, del cittadino dell’URSS (homo sovieticus?) altro non è stata che un pantheon cupo e solenne, una scuola di morte ininterrottamente alimentata dalla Patria, dal Partito, dall’Idea, dalla fede. Ed è proprio questa irresistibile attrazione mortale a essersi fatta nuovamente largo quando che quell’universo si è trasformato in cenere.



    Aleksievic è nata in Bielorussa, allora parte dell’RSS, nel 1948. L’Unione Sovietica si è dissolta alla fine del 1991: Aleksievic ha avuto modo di conoscere bene sia il prima che il dopo. Per questo ritengo ci ricorda quanto il socialismo sovietico abbia abituato il suo cittadino alla morte, confondendola con la vita, incrociando pace e guerra per tutta la sua (relativamente breve) storia:
    … essere stati a lungo, troppo a lungo, dominati da un’idea che non si saprebbe definire il altro modo che “tanatologia”, scienza della morte. Ci insegnavano a morire. E morire è qualcosa che sappiamo fare bene. Molto più che vivere. E così abbiamo disimparato a distinguere la guerra dalla pace, il tran tran quotidiano dall’essere, la vita dalla morte. Il dolore dal grido. La libertà dalla schiavitù.



    Cita i suicidi di celebri poeti, Esenin, Majakowskij, Marina Cvetaeva. E poi segnala qualche cifra ufficiale: già nel 1992, l’anno dopo la fine dell’Unione Sovietica, nella sola Russia un milione di persone aveva tentato il suicidio. I “successi” erano stati in numero ben inferiore, ma comunque consistente: 60 mila nel solo 1992. Un vero “fenomeno sociale”, lo definisce Aleksievic. Che aggiunge:
    … un fenomeno sociale. E politico, aggiungeremmo noi. È questo il tema della mia ricerca: i figli di un’idea, cresciuti nella sua atmosfera, nella sua cultura, e che non hanno retto al suo fallimento.

    Il comunismo aveva un progetto insensato: rifare l’uomo. Rifare la natura umana, trasformare l’uomo “vecchio”, l’antico Adamo. L’ “homo sovieticus” è l’essere umano generato in questo laboratorio del marxismo-leninismo che si estendeva su un sesto delle terre emerse.

  • sAmAnE

    یکی از بهترین مجموعه داستان هایی که خوندم ولی به شدت تلخ. واقعا می تونم بگم اگر تو شرایط روحی خوبی نیستید فعلا سراغش نرید ولی کتابیه که ارزش خوندن داره... درمورد آدم‌هاییه که به نوعی با مرگ مواجه بودند به واسطه‌ی خودشون یا اطرافیانشون.... برخی داستان هاش خیلی خ��لی غم انگیز و ناراحت کننده بودند. همه ی این افراد از اوضاع سیاسی روسیه در زمان لنین و استالین در رنج بودند و ضربه خوردند. نویسنده سعی بر این داشته که آثار مخربی که حکومت شوروی بر روح و روان انسان‌ها داش��ه را بررسی کنه، هم خودشون هم خانواده و حتی فرزندان و دوستانشون ...اگر به تاریخ شوروی سابق و نظام‌های کمونیستی علاقه‌مندید این کتاب رو بخونید...

  • Maziyar Yf

    شیفتگان مرگ نوشته سوتلانا آلکسیویچ روایت مردمانی ایست که پس از فروپاشی شوروی ، یا اندکی قبل از آن دست به خودکشی زده بودند ، مردمانی از گروه سنی متفاوت ، از نوجوان تا پیرمرد و از دانش آموز ، سرباز ، پزشک و عکاس .
    آلکسیویچ این افراد را اگر از خودکشی زنده مانده بودند یافته و با آنها صحبت کرده و در صورتی که جان سپرده بودند ، او پای صحبت دوستان و نزدیکان آنها نشسته و حاصل این گفتگو ها را ابتدا در کتاب زمان دست دوم و سپس به صورت کتاب جداگانه شیفتگان مرگ منتشر کرده است .
    بخشی از این افراد ذوب شده در آرمان های کمونیستی یا لنینیسم – استالینیسم بوده اند و پس از نابودی و تجزیه شوروی اصولا دیگر هدفی در زندگی نداشته و با مرگ شوروی گویا آرمان آنها هم نابود و ویران شده بود . تعدادی دیگر با مطالعه فلسفه مارکسیسم یا تفکر و تامل در باب آنچه بر آنها گذشته ، پوچی سیستم را درک کرده و البته خود هم به پوچی و نیستی می رسند .
    شاید از همه دردناکتر ، داستان نوجوان 14 ساله ای باشد که به خاطر تربیت خانوادگی و احتمالا به دلیل تبلیغات حزب ، از کودکی با ادبیات مرگ و جنگ آشنا شده و در تمام عمر کوتاه خود با یاد مرگ و فکر خودکشی زندگی می کرده است .
    بر خلاف کتابهای دیگر خانم آلکسیویچ ، شیفتگان مرگ نسبتا کوتاه است و تنها حکایت 22 فرد را شامل می شود که همین امر از اثر گذاری آن بسیار کاسته اس�� ، گویا موضوع آسیب های روانی عمومیت چندانی نداشته وتنها تعداد کمی را شامل می شده است .
    نکته دیگر آنکه بیشتر شرح حال های کتاب در کتاب بسیار اثرگذار
    زمان دست دوم از همین نویسنده و همین مترجم آمده و خواندن آنها در یک مجموعه کنار هم برای خواننده ای که پیشتر زمان دست دوم را خوانده است شاید لطف چندانی نداشته باشد .

  • Sayna

    اولش خیلی کتاب خوبیه ولی رفته رفته خیلی خیلی سنگین و دردناک میشه. با اینکه نسخه ی صوتی رو گوش میدادم اما به زحمت تونستم طاقت بیارم. به جرات میتونم بگم مناسب هیچ ایرانی ای نیست تو این دوره و زمونه :) ولی خودتون هم حواستون باشه اگر حال روحی مناسبی ندارید سراغش نرید.

  • Tim

    "Enchanted with Death" is one of the few Alexievich's books which has not been translated into English, and with Alexievich being the 2015 Nobel Laureate in Literature, I was curious to see why. The answer was obvious after the first few pages. Compiled as a collection of interviews, the book comprises stories of suicides and suicide attempts in the early 1990s Soviet Union and Russia. A tumultuous time, it saw the values of the previous generations overturned and shattered overnight, to be replaced with the new socioeconomic realities, which the majority of the populace was not ready to deal with and accept. Suicide rates skyrocketed as a result--in 1991 alone, one million people attempted suicide, with 60,000 succeeding (a rate which was 50% higher than a year prior).

    By the author's own admission, the book was not meant for the contemporaries but for the generation far removed from the events of that time. A quarter of a century later, I feel that we have been removed enough, and the events that seemed too familiar and even mundane back then now resonate with a newly-found power. That is one of the reasons why the book is not easy to read. I could not bring myself to reading more than one interview/story at a time, with generous intervals between the stories. Each story is a powerful and often overwhelming stream of depression and despair, where suicide is seen by the interviewee as the only possible exit from it all. Not all stories are equally powerful, but all will make you think. It's also clear why the book did not get translated into English--while anyone can relate to the interviewee's condition, understanding the underlying cause and identifying with it would be hard to a Western reader.

  • Chiara White

    Nel 1992 è stato notato un incremento significativo dei suicidi in URSS in confronto con gli anni precedenti e l’ipotesi, con la quale la Aleksievic ha raccolto questa serie di testimonianze, è che la caduta di ideali e la perdita della fede nella patria abbiano in qualche modo inciso su queste cifre. Un po’ mi chiedo se sia “vero”: leggendo le storie di queste persone, sopravvissute ai tentati suicidi o amiche-parenti di chi ci è riuscito, ci si accorge che erano pervase di “illusioni” di ogni genere, sia nei confronti della vita, che nei confronti del regime. E che le bugie su quanto realmente accadeva erano all’ordine del giorno, su qualunque fronte. Non può essere, quindi, che il regime stesso abbia mentito in precedenza su quanti fossero quelli che si toglievano la vita per sottolineare quanto meraviglioso fosse vivere in Russia? Non so, questo è un primo dubbio che mi è venuto. Il secondo invece è in relazione al fatto che sì, in alcuni casi, la perdita di una definizione precisa di compiti e di ruoli abbia decisamente influito sulle esistenze dei sovietici, ma soprattutto tra i più giovani mi sembra si tratti di un male di vivere che si può riscontrare nei 4 angoli della terra. Mentre, ovviamente, per quelli che hanno lottato e fatto sacrifici una vita intera, vedere crollare un sistema e scoprire tante falsità ha di certo dato dei colpi decisivi alle loro anime. Il paragone mi rendo conto è un po’ labile, ma è come quando vedo i miei genitori doversi piegare a pensare bene di Renzi solo perché per loro rappresenta quello che per loro era IL PARTITO, anche se si rendono ben conto che non è Berlinguer, così si sentono “costretti” a pensare...ma li vedo “persi”, ormai la politica è lontana dalle logiche nelle quali hanno creduto.
    In più, aggiungo che il libro mi è sembrato un po’ l’embrione del primo libro che ho letto della Aleksievic, Tempo di seconda mano, nel quale avevo avvertito maggiore partecipazione da parte dell’autrice e da parte mia. Insomma comunque interessante, ma mi aspettavo di più.

    Tre e mezzo

  • Dariusz Płochocki

    "Nie pojmuję jak lekarz może strajkować! Przez całe swoje życie pracowaliśmy niemal bezpłatnie. Za grosze. Ale nik nie żył dla siebie samego, niczego nie potrzebował. Chcieliśmy, żeby nasza ojczyzna była bogata, silna. Żeby nikt jej nie zwyciężył. Pieniądze były mi potrzebne tylko po to aby kupić chleb. Całej reszty, ktorej pragnąłem, nie można było kupić za pieniądze."
    Chirurg 70 lat, odkręcił gaz w swoim własnym domu, sąsiedzi wywarzyli drzwi i go odratowali. Ponure zderzenie się ludzi z transformacją, problemami, od domowych po bytowe (chociaż są one nierozerwalne. O tym, którym "się udało" opowiadają znajomi, rodzice, dzieci. Śmierć nie jest tu wzniosła, bohaterska. Przychodzi normalnie, po cichu, w cieniu łazienki oświetlanej małą żarówką, w oknie z którego leci się tak szybko, z butelki tak innej jak ta, która wielu zabija sie, ale na raty. Czy spirytus łagodzi ból? Czasem pomaga, czasem rozwiązuje język.
    Dobrze przeczytać jeden z pierwszych zbiorów rozmów tegorocznej noblistki.

  • Ivan Kebets

    "Зачарованные смертью", на мой взгляд, из шести книг Алексиевич самая слабая. Это скорее заготовка, из которой 15 лет спустя вырастет "Время сэконд хэнд". Но даже в этой книге немало очень сильных историй. Особенно история девушки, пережившей первые дни первой абхазской войны, история матери мальчика-самоубийцы и история дочки узницы Казлага о детстве в детдоме и жизни после такого детства. Просто на разрыв.

  • Maryam Mhly

    کتاب ماجرای افرادی هست که بخاطر شرایط روحی که زمان کمونیسم شوروی و استالین بهشون دست داده بود، قصد خودکشی داشتن و از تجارب ناموفق و ترسهاشون گفتن،یا خودکشی کرده بودن و اطرافیانشون تعریف میکنن،۱۶ قسمت داشت که نصف قسمتها توی کتاب زمان دست دوم همین نشر با توضیح کامل نوشته شده، که خوب در نتیجه داستانها خلاصه و گنگ هستن! کلا اگه نخونیدشم و برید اون یکی کتاب رو بخونید،چیز خاصی رو از دست ندادین!

  • Mishi_msv

    این مجموعه روایتی که خانم الکسیویچ گردآوری کردند مثل تمام کتابهاشون که جنبهوی مستند داره دردناک، تلخ و آزارنده‌ست. خوندن از دشواری‌های زندگی در حکومت شوروی هرگز با زیستن در اون شرایط برابری نمی‌کنه و ما تحت هیچ شرایطی نباید این آدم‌ها رو قضاوت یا سرزنش کنیم.
    خوندن این روایت‌های عریان برای من بیش از اندازه دردناک بود، به شکلی که در اواسط کتاب رهاش کردم. این‌ها کسانی هستند که بخاطر آنچه که به آن اعتماد کردند و ایدئولوژى سیاسی‌ای که فروپاشید ضربه‌ی بزرگی رو متحمل شدند. همه فکر می‌کردند کمونیسم می‌تونه نجاتشون بده اما غرقشون کرد. پیر و جوون.
    بخونید چون آگاهی همراه با رنجه. تاریخ همیشه گفتنی‌های بسیار داره.

  • Morvarid

    هر وقت در مورد کمونیست کتابی خوندم یا شنیدم، گفتم وا! این که ایرانه
    چرا اقتصاد جمهوری اسلامی اینقدر شبیه اقتصاد کمونیست هاست؟
    📚📚📚📚
    این کتاب بسی تلخه، چون ماجرای خودکشی هایی هست که بعد از فروپاشی شوروی رخ داده، اما با تمام تلخی ش، کشش های خاص نوشته های سوتلانا الکسیویچ رو داره که حتی منجر شده که جایزه هم بگیره.

    https://taaghche.com/audiobook/92629/...

  • رضا فکری

    سویتلانا آلکسیویچ طی دوره‌ی نویسندگی‌اش، همواره به رصد آسیب‌های واردشده به هموطنان‌اش در ابعاد مختلف جسمی و روحی پرداخته است. او صدماتی را زیر ذره‌بین گرفته که در خلال جنگ و بحران‌هایی ��مچون فاجعه‌ی اتمی چرنوبیل، بر تک‌تک اعضای جامعه وارد شده و در نهایت کل پیکره‌ی آن را زخمی و ناتوان کرده است. نویسنده‌ای که از همان اولین کتابش «من از روستا رفتم»، که به‌خاطر نگاه منتقدانه‌اش به عملکرد حزب کمونیست بلاروس ممنوع‌الانتشار شد، صدای روستاییانی بود که بحران اقتصادی و فشارهای سیاسی توان ادامه‌ی زندگی در روستا را از آن‌ها گرفته است. «جنگ چهره‌ی زنانه ندارد» اولین کتابی از او بود که اجازه‌ی انتشار پیدا کرد. رمانی که او در آن کوشیده بود با زنانی مصاحبه کند که در جنگ جهانی دوم به نوعی شرکت کرده‌ و نقش پرستار، پزشک، خلبان، تک‌تیرانداز و مسئول ارتبا��ات رادیویی را به عهده داشته‌اند. آلکسیویچ در کتاب بعدی‌اش، «آخرین شاهدان»، به زندگی کسانی پرداخت که در هنگامه‌ی جنگ، کودکی شش تا دوازده ساله بوده‌اند. اما کتاب «زمزمه‌های چرنوبیل» بود که این نویسنده را در چشم جهانیان برجسته کرد. او با بسیاری از شاهدان و بازماندگان فاجعه‌ی اتمی چرنوبیل مصاحبه کرده بود و به نظرش می‌رسید وقت آن است که صدای آن‌ها را به گوش دنیا برساند. سویتلانا آلکسیویچ در این کتاب، بی‌پرده و شفاف از دو مصیبت عظیم نوشته بود؛ یکی تکنولوژی غیرقابل‌کنترل و فاجعه‌آفرین و دیگری سوسیالیسم بیماری که گریبان مردم را رها نمی‌کرد. فاجعه‌ی چرنوبیل به دنیا نشان داد که اتحاد جماهیر شوروی که خود را قاره‌ی عظیم سوسیالیستی در کل دنیا می‌دید و در بسیاری از نقاط جهان نفوذی اقتدارگرایانه داشت، توانایی مدیریت بحران را آن‌گونه که در تبلیغات پرطمطراق خود از آن ��م می‌زند، ندارد. این رویداد نقطه‌ی عطفی در زندگی تمامی مردم روسیه بود. آن غول سوسیالیستی که مدعی مدیریت مسائل جهانی و سیطره بر منطقه بود، در مدت زمان کوتاهی فروریخت و از آن تنها آتشفشانی سرد و به خاکستر نشسته باقی ماند.

    آلکسیویچ بعد از فروپاشی سوسیالیسم هم دردهایی پنهان را در بطن جامعه‌ی خویش حس کرد و از این‌رو دست به نوشتن کتاب «شیفتگان مرگ» زد. این فروپاشی از نظر او فقط قالب سوسیالیسم را تغییر داده بود و شکل روابط و مناسبات سیاسی و مدیریت بحران‌های اجتماعی همانی بود که دولتمردان قبل از تشکیل جمهوری فدراتیو داشتند. به نظر می‌رسید این رویکرد تمهیدی برای بقای سوسیالیسمی باشد که زمانی بخش‌های مختلف روسیه را یکپارچه در کنار هم نگه داشته بود. آلکسیویچ به مناطق مختلف روسیه سفر کرد تا از نزدیک شاهد رنج‌های مردمی باشد که زیر بار این نوع خاص از خودکامگی کمر خم کرده‌اند. او همواره در انعکاس این دردها، در موضعی بی‌طرفانه ایستاده است و داستان‌های او همواره از لنز دوربینی به مخاطب ارائه می‌شود که خود ماجرا را تحلیل نمی‌کند و به روایت دست‌اول و شفاف واقعه بسنده می‌کند.

    در کتاب «شیفتگان مرگ»، آلکسیویچ به سراغ موضوع خودکشی در روسیه می‌رود. اما در این‌جا خودکشی، آن پدیده‌ی رایجی که در بسیاری از کشورهای جهان مشاهده می‌شود، نیست. آلکسیویچ خود در این‌باره می‌گوید که بسیاری از مردم عادی حتی در شوروی سابق به خاطر عشق، تنهایی و استیصال اقتصادی دست به خودکشی می‌زده‌اند و اکنون هم می‌زنند. اما مسأله‌ی زمان در این میان اهمیتی حیاتی دارد. او معتقد است دگرگونی زندگی اجتماعی برای مردمی که با ایدئولوژی، حکومت و زمان زیسته‌اند، می‌تواند آسیب‌های جدی روانی بر آن‌ها وارد کند. از این منظر، خودکشی پدیده‌ای اجتماعی به شمار می‌آید که از جنبه‌های فردی آن متمایز می‌شود.

    سویتلانا آلکسیویچ در این کتاب به روایت 22 مورد خودکشی می‌پردازد که در اوج بحران‌های سیاسی و خلأهای عظیم جامعه‌شناختی رخ داده‌اند. آدم‌های داستان در طیف‌ گسترده‌ای از نقش‌ها و موقعیت‌های اجتماعی قرار دارند. برخی از آن‌ها در رأس حزب کمونیست قرار دارند و به تباهی آرمان‌های سرخ پی برده‌اند. بعضی دیگر شهروندانی ساده و از طبقه‌های پایین اجتماع‌اند که سرخوردگی‌های خود را با اتکا و اعتماد به آن‌چه دولتمردان‌شان وعده داده‌اند، تسلی داده‌اند. به هر حال همگی آن‌ها به پوچی و کم‌مایگیِ آن‌چه سردمداران رؤیای کمونیسم به آن‌ها القا کرده کرده‌اند، رسیده‌اند. تمامی این شخصیت‌ها به نقطه‌ای رسیده‌اند که پشت سر خود آواری از زندگی و فرصت‌های از دست‌رفته دارند و پیش رو، دیواری بلند و آهنین که بن‌بستی ابدی را به آن‌ها وعده می‌دهد. خشم و استیصال از این همه رؤیاپردازی‌های توخالی در نهایت آن‌ها را به خودکشی سوق می‌دهد.

    آلکسیویچ به قلب زندگی این انسان‌های مسخ‌شده نقب می‌زند و اسرار زیست در یک جامعه‌ی مرعوب ایدئولوژی سوسیالیستی را بی‌پرده به تصویر می‌کشد: «از پنجره به بیرون نگاه می‌کردم و می‌دیدم همه عجله دارند به جایی برسند، ولی من در خانه‌ام هستم و در این جمعیت نیستم. نمی‌توانستم هضم‌اش کنم. آخر چرا؟ عادت داشتم به این جمیعت تعلق داشته باشم. به جمعیتی که مدت‌ها بود توسط فردی به نظم و ترتیبی رسیده بود. خیلی ساده و راحت بود. زمان فکر کردن به این را نداشتم که من کیستم، چه چیز را دوست دارم و چه اتفاقی دارد برای من و دیگران می‌افتد. صبح حتی خواب‌هایم را فراموش می‌کردم. خواب‌هایم هم مرا به سرعت ترک می‌کردند. حتی زمانی برای کنکاش اسرار درونی‌ام نداشتم.»

    این یادداشت در سایت الفِ کتاب منتشر شده است.

  • Moji

    مثل دیگر کارهای خانم آلکسویچ، بی نهایت تکان‌دهنده، تأثیرگذار و موشکافانه بود. خانم آلکسویچ در این کتاب به سراغ کسانی می‌رود که در سال های منتهی به فروپاشی شوروی یا پس از آن دست به خودکشی زده اند و اگر خودکشی آنها موفقیت آمیز بوده از بازماندگان آنها خواسته تا درباره‌ی او صحبت کنند. ایده‌ای بس عجیب و بکر مانند دیگر کتاب او؛ «جنگ چهره زنانه ندارد».

  • Kiarashkp

    کتابی که تاریخ و روانشناسی را با هم می‌آمیزد. شاید انسانها را بهتر درک کنیم به خصوص در این زمانه ....آذر ۱۴۰۱

  • Mahsa

    این رو میتونید نخونید چون نصف بیشتر روایت ها تو کتاب زمان دست دوم کامل تر گفته شده. تو این کتاب فقط خلاصه تر هست. زمان دست دوم رو بخونید.

  • سپیدخت Spdkh

    این کتاب،‌یکی از ۵ کتاب الکسیویچه. به نظرم هر پنج کتاب بسیار ارزش خوندن دارن هرچند که بسیار فضای سهمناکی رو به تصویر می‌کشن. به خصوص اینکه می‌دونیم این تصاویر حقیقتا اتفاق افتاده و ساخته و پرداخته ذهن نویسنده نیست. کتاب درباره افرادیه که به انگیزه سیاسی در زمان شوروی دست به خودکشی زدن. خوندنش رو به افرادی که نسبت به خودکشی حساسیت دارن یا افکارش رو داشتن و دارن اصلا توصیه نمی‌کنم ولی.

    «شیفتگان مرگ» را از طاقچه دریافت کنید

    https://taaghche.com/audiobook/92629